Assicurazione RC professionale: cosa c’è da sapere?

 

In questo periodo se ne parla molto: la RC professionale diventa obbligatoria per tutti i professionisti. Chi è obbligato? Come distinguere le varie offerte? ecco qualche informazione.

 

L’assicurazione obbligatoria. E Poi?

 

Prima di tutto, occorre chiarire l’origine di tutto questo clamore: la nuova normativa che disciplina l’esercizio delle professioni regolamentate [quelle con albo] dice questo:

Decreto Legislativo 137/2012
Art. 5 – Obbligo di assicurazione

1. Il professionista e’ tenuto a stipulare, anche per il tramite di convenzioni collettive negoziate dai consigli nazionali e dagli enti previdenziali dei professionisti, idonea assicurazione per i danni derivanti al cliente dall’esercizio dell’attivita’ professionale, comprese le attivita’ di custodia di documenti e valori ricevuti dal cliente stesso. Il professionista deve rendere noti al cliente, al momento dell’assunzione dell’incarico, gli estremi della polizza professionale, il relativo massimale e ogni variazione successiva.

2. La violazione della disposizione di cui al comma 1 costituisce illecito disciplinare.

3. Al fine di consentire la negoziazione delle convenzioni collettive di cui al comma 1, l’obbligo di assicurazione di cui al presente articolo acquista efficacia decorsi dodici mesi dall’entrata in vigore del presente decreto.

 

Quindi, la legge è molto chiara: ogni professionista deve stipulare una polizza di assicurazione per i rischi connessi alla responsabilità civile. Se non lo fa, il suo ordine di appartenenza può sanzionarlo. Ma soprattutto, in caso di errore professionale dovrà rispondere in proprio con un risarcimento.

CHI E’ VERAMENTE OBBLIGATO AD ASSICURARSI?

La polizza deve coprire un rischio professionale, quindi ci si assicura se si esercita, se si hanno clienti. Per essere ‘Professionista’ serve ben più di una iscrizione ad un albo: occorre che l’attività professionale sia effettivamente svolta, con apertura di P.Iva e iscrizione alla propria gestione previdenziale obbligatoria.

MA E’ SOLO QUESTIONE DI OBBLIGO?

No, l’assicurazione è utile: protegge il cliente e il professionista dalle conseguenze degli errori professionali.

Pensiamo alla RC Auto: nessuno andrebbe in auto senza assicurazione, perché in caso di incidente con colpa dovremmo risarcire i danni con il nostro personale patrimonio. E tutti ci sentiamo al sicuro perché sappiamo che chi circola in strada è assicurato e la sua assicurazione può risarcire le vittime di un incidente.

Per la RC Professionale il discorso è analogo: da clienti, ci sentiamo garantiti se sappiamo che il professionista che sta lavorando per noi è assicurato, e come professionisti possiamo lavorare con serenità perché sappiamo che in caso di errore la nostra polizza ci aiuterà ad uscirne senza venderci la casa.

L’esercizio professionale è rischioso. Dall’ingegnere che progetta un ponte che poi crolla per errori di calcolo, all’avvocato che dimentica una scadenza e reca un danno economico al cliente, al medico che esegue male una manovra chirurgica, fino allo psicologo che sbaglia l’impostazione di un trattamento o la stesura di una relazione clinica creando danni al paziente, anche lavorando si possono provocare danni.

IL COSTO DEL RISCHIO: Quanto pagano gli altri?

Esistono professioni più rischiose di altre, e si vede dal costo delle polizze. Ogni attività professionale è soggetta ad una stima di rischio, esistono categorie professionali mediamente più rischiose di altre. Per dare solo un’idea indicativa delle ‘quotazione’, da una rapida ricerca su Google emergono premi – la tariffa annua da pagare per essere assicurati – che vanno:

  • dai 1000 ai 3000 euro per un Commercialista, un Avvocato o un Consulente del Lavoro
  • fino ai 3500 euro per un Ingegnere
  • 6000 euro per un chirurgo e 19.000 euro per un chirurgo di alta specializzazione
  • fino a 350 Euro per uno psicologo, comprando una polizza a libero mercato.

Ma il costo si abbassa sensibilmente se l’acquisto della polizza è in forma collettiva: un’associazione, una cassa mutua, un sindacato, un Ordine professionale possono acquistare una polizza per tutti i loro iscritti, garantendo una platea di assicurati abbastanza numerosa da ottenere risultati in termini di costo molto buoni, a parità di condizioni.

LA POLIZZA CAMPI: Per gli psicologi

Confesso di essere di parte, ma per me CAMPI resta un caso virtuoso. Nata dagli psicologi, CAMPI (QUI IL SITO) offre da anni le sue polizze avvalendosi di broker che contrattano la migliore offerta con le compagnie assicurative presenti sul mercato. La tariffa così arriva ad essere di poche decine di euro, per un massimale fino ad 1.500.000.

 

Gli errori del professionista. Quali sono?

 

Le ‘RC Professionali’ (acronimo di Responsabilità Civile) sono polizze assicurative che hanno lo scopo di coprire economicamente un rischio, in questo caso derivante dall’esercizio di un’attività professionale, nel caso in cui il professionista commetta un errore.

Quali errori può fare un professionista? svariati.

  • negligenza: quando vengono trascurate per superficialità o disattenzione le regole e le modalità comuni nello svolgere un’attività.
  • imprudenza: quando un’attività è svolta in modo poco prudente, avventato, impulsivo.
  • imperizia: particolarmente importante per i professionisti, l’imperizia è lo svolgimento di particolari e complesse attività senza averne la capacità tecnica specifica: un esempio tratto da un caso classico di giurisprudenza è quello del chirurgo che cagiona un danno perché effettua un intervento in una branca della chirurgia in cui non ha esperienza professionale.

Ad esempio, può essere colpevole di imperizia lo psicologo che effettua una prestazione per cui non è adeguatamente preparato, recando un danno al paziente.

La colpa in cui si può incorrere ha anche diversi livelli di gravità:

  • Colpa Lievissima
  • Colpa lieve: quando non viene rispettata la normale diligenza richiesta ad un professionista, che – è sempre bene ripeterlo – è comunque gravato da un onere di diligenza superiore a quella richiesta al comune cittadino.
  • Colpa Grave: quando non vengono rispettate nemmeno le più elementari indicazioni di condotta, che chiunque rispetterebbe.

Al professionista è chiesta una diligenza diversa e superiore a quella del ‘buon padre di famiglia’ o del comune cittadino. Insomma, il distintivo ha oneri e onori.

Non basta iscriversi all’albo e leggersi qualche libro di settore in presenza di una richiesta ‘particolare’, per essere in regola con l’aspettativa sociale di un professionista, che mediamente deve essere più che bravo di quello che ci si aspetterebbe da un comune cittadino. La normativa sull’esercizio delle professioni riconosce in modo deciso che il ruolo del professionista non può essere preso alla leggera, perché deve rispondere all’aspettativa dei cittadini di trovarsi di fronte una persona molto competente nel proprio ambito.

Confrontare le polizze. Quali criteri?

 

Per stipulare una polizza RC Professionale ci sono molte vie, tante quante le compagnie e le organizzazioni che offrono questo prodotto. Inutile elencarle qui, dato che il mercato cambia ogni giorno. Trovo più utile offrire qualche indicatore rapido per comparare le offerte.

UN PO’ DI STORIA. Il contratto di assicurazione nasce come una scommessa: un una fumosa locanda inglese, di proprietà di un tale Mr. Lloyd, si scommetteva sulle navi da carico, se sarebbero affondate o meno durante il viaggio. In questo modo, divenne più sicuro mettere in mare nuove navi perché veniva in qualche modo ‘assicurato’ che in caso di affondamento si sarebbe recuperata una parte del valore, attraverso la scommessa. Da allora, le assicurazioni sono diventate uno strumento potente per lo sviluppo economico, perché attraverso la raccolta di molti ‘premi’ – il denaro pagato da chi vuole coprire un rischio – si può rendere meno tragica la perdita economica prodotta da pochi ‘sinistri’ – gli eventi avversi che danno luogo al risarcimento.

Questo poche note ci permettono già di orientarci, e di passare a stabilire alcuni criteri per valutare le varie offerte di polizze.

  1. I rischi coperti e i rischi esclusi. Li trovate in ogni contratto. Sono tutti i casi in cui la polizza opera oppure non opera. Conviene fare molta attenzione per non trovarsi nella situazione di aver scelto la polizza più economica, senza rendersi conto che ha una copertura troppo limitata e, ad esempio, non paga alcune cause frequenti di danno. Più ampia è la casistica di casi coperti e meno sono quelli esclusi, meglio è.
  2. La colpa grave. Occorre verificare che la polizza copra la colpa grave, che è l’accadimento più rischioso in termini di entità del danno – anche economico.
  3. La franchigia. La polizza può prevedere che per ogni sinistro esista una parte di danno che il professionista deve comunque pagare a proprie spese. Chiaramente, più la franchigia è bassa e meglio è: pagare una polizza e poi trovarsi costretti a versare 500 / 1000 euro di tasca propria non è il massimo. Esistono polizze a franchigia ZERO, tanto vale orientarsi su quelle.
  4. Il massimale. Si tratta del massimo esborso che la compagnia si impegna a pagare in caso di danno. Chiaramente, il massimale dovrà essere proporzionato all’entità del danno che potremmo produrre: non ha senso assicurare per 1.000.000 di euro l’attività di vendita di figurine, mentre per un neurochirurgo lo stesso massimale può essere troppo basso rispetto ai danni che può produrre con la propria attività.
  5. La doppia polizza. Può capitare di avere due polizze diverse stipulate per lo stesso rischio. Il caso è previsto dal 1910 c.c.: il risarcimento non può superare il danno effettivamente subito, e in caso di una pluralità di assicurazioni per lo stesso rischio, dovrebbero rispondere tutte in proporzione. Ma non va sempre liscia: molte assicurazioni usano la formula per cui ‘prima paga l’altra, e dove non arriva il massimale integro io’. Ora, è intuitivo che se due polizze stipulate dalla stessa persona contengono questa condizione, può nascere un problema nel risarcire il danno. Meglio starci attenti.
  6. Spese legali: non è tutto oro… spesso dietro questa dicitura si nasconde qualcosa di diverso da quel che ci si aspetta. Spesso la compagnia assicurativa non garantisce la copertura delle spese legali, ma garantisce a se stessa la scelta di intervenire o meno sostituendosi al proprio assicurato nel procedimento penale che lo interessa. Il motivo è facile da intuire: dall’esito del procedimento penale spesso deriva la quantificazione del risarcimento in sede civile, che è la compagnia a dover sborsare. Quindi, a meno che sul contratto non sia scritto diversamente, per ‘Spese Legali’ non si intende che l’assicurazione paga il nostro avvocato di fiducia e i nostri consulenti tecnici, ma che può decidere se subentrare nel procedimento a nostro carico in base alla sua convenienza.
  7. Periodo assicurato, retroattività e garanzia postuma. In generale le polizze coprono le richieste di risarcimento avanzate durante il periodo di copertura della polizza, anche per danni cagionati in passato. Ad esempio, io posso aver provocato un danno senza essere assicurato, essermi assicurato in un secondo momento, e aver ricevuto richiesta di risarcimento dopo la stipula della polizza. Quali sono le insidie? le polizze possono prevedere un periodo massimo di retroattività, oltre il quale non rispondere: ad esempio ‘sinistri occorsi fino a tre anni prima della data di stipula’. Questa condizione è sempre da prendere in considerazione nel valutare una polizza. La garanzia postuma è invece una copertura aggiuntiva, piuttosto rara, in cui l’assicurazione si impegna a coprire gli ex assicurati che cessano l’attività professionale per un certo numero di anni.
  8. Infine, il premio. Quanto costa all’anno? volutamente ho lasciato in ultimo questo punto, perché l’analisi delle polizze va svolta con attenzione sulle caratteristiche, e soltanto dopo si può ragionare in termini di prezzo da pagare. Il prezzo deve essere commisurato alle caratteristiche del prodotto.