Tirocini retribuiti, ma i professionisti sono esclusi.
Si attendeva da qualche tempo, l’Accordo Governo-Regioni sui tirocini. Ed era nell’aria una delle innovazioni più attese: quella di mettere nero su bianco una retribuzione minima.
La novità in effetti c’é: i tirocini da ora in poi dovranno essere pagati almeno 300,00 Euro al mese lordi, ma con alcuni distinguo che fanno la differenza. Prima di tutto, non parliamo di tutti i tipi di tirocinio, ma solo dei tirocini di orientamento e inserimento al lavoro.
Sono esplicitamente esclusi tutti i tirocini che rientrano in percorsi formativi e scolastici, e tutti quelli che servono per accedere a professioni ordinistiche.
I motivi di questa esclusione non sono esplicitati nel documento, e restano sostanzialmente oscuri. Da una parte, era facilmente prevedibile perché questo Accordo entra nel solco di quella che ormai è una tradizione: il distinguo fra tirocini di orientamento e inserimento lavorativo e tirocini per l’accesso alle professioni ordinistiche e inseriti nei percorsi scolastici e universitari.
Ma sul piano dell’equità, questo distinguo apre un grande interrogativo: quale differenza ci sarà mai fra un tirocinante che studia per anni e deve OBBLIGATORIAMENTE svolgere un periodo di tirocinio per mettere a frutto il suo percorso di studi, e un tirocinante che accede volontariamente ad un periodo di stage per orientarsi/inserirsi a livello di lavoro?
Resta un dato di fatto: ancora una volta, i professionisti ricevono un trattamento di sfavore. In questo caso, ancora prima che lo diventino a tutti gli effetti. Un problema che coinvolge gli PSICOLOGI, ma anche tutte le professioni con ordine.