Finanziare l’Italia con le pensioni dei professionisti: va bene, ma dov’è il nostro interesse?
L’argomento non è nuovo: utilizzare l’ingente patrimonio accumulato dagli enti previdenziali a titolo di riserva pensionistica, per finanziare le attività produttive e le infrastrutture italiane.
Se ne parla da alcuni anni, e già Andrea Camporese – presidente Adepp – aveva ipotizzato questa via di sviluppo come forma di investimento finanziario per le casse previdenziali.
Oggi l’argomento ritorna alla ribalta in un incontro fra la Commissione Bicamerale di Vigilanza per gli enti previdenziali e rappresentanti dei ministeri del Lavoro, MEF e Infrastrutture.
Penso che si possa certo essere contrari per partito preso, ad una prospettiva del genere: l’impiego del patrimonio che le casse private accumulano continuamente è una necessità e da qualche parte occorre investirlo. Si cerca di fare come meglio si può.
Il punto però è questo: come Enti di Previdenza dei liberi professionisti, e da amministratore di uno di questi enti (ENPAP), ritengo che abbiamo il primario dovere di gestire i patrimoni nella prospettiva di garantire pensioni adeguate, e in seconda istanza garantire forme di assistenza e sostegno al lavoro per i nostri professionisti. Questo è ciò che dobbiamo fare, prima di tutto.
Se con i nostri investimenti ottenessimo anche l’effetto di migliorare il contesto in cui viviamo, il sistema produttivo e infrastrutturale italiano, sarebbe un risultato di tutto rispetto. Ma non alla condizione di perdere di vista o mettere a rischio gli obiettivi primari (pensioni e assistenza).
Adam Smith diceva: ‘Non dalla gentilezza del mugnaio puoi aspettarti il pane per mangiare, ma dalla considerazione del suo personale interesse’.
Il compromesso possibile, che gli Enti Previdenziali propongono da anni all’attenzione dei vari ministri, sottosegretari e parlamentari che nel tempo si sono succeduti nel manifestare il proprio sostegno al mondo dei professionisti e al loro sistema previdenziale, è di agevolarci attraverso una detassazione delle rendite finanziarie.
Ecco, oggi ritorna la prospettiva di finanziare le infrastrutture del paese. Mi chiedo se oltre a prestare soldi, ci dobbiamo aspettare una minima contropartita in termini di rendimenti, agevolazioni o altro. O se invece si tratta di una di quelle iniziative di beneficenza che i nostri pensionati da 50 euro al mese dovrebbero fare allo Stato.
(Fonte della notizia: Bicamerale enti gestori: Nuove competenze su vigilanza enti previdenziali 06 mar 2014 – ilVelino/AGV NEWS.)