
I guaritori del Covid-19 bocciati dal Consiglio di Stato.
La storia delle malattie è costellata di guaritori e cure miracolose ma scientificamente inconsistenti.
Il Covid-19 non fa eccezione.
Fra i guaritori dell’attuale pandemia ci sono i vari comitati per le ‘cure domiciliari precoci’.
Si tratta di gruppi variamente assortiti per professione, che sponsorizzano cocktail di farmaci di loro ideazione per la cura del Covid-19.
Le istituzioni sanitarie hanno bocciato queste cure perché, alla verifica della scienza, sono risultate inefficaci o dannose.
Quando è arrivata la bocciatura della scienza, i propugnatori si sono rivolti al TAR e poi al Consiglio di Stato.
Il 9 febbraio, il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza tombale.
Nulla vieta al medico – dice il Consiglio di Stato – di prescrivere, in scienza e coscienza, i cocktail farmacologici che ritiene.
Basta che se ne assuma pienamente la responsabilità.
E purché ci si riferisca ad una base di prove scientifiche.
In altre parole non basta – dice il Consiglio di Stato – che medico e assistito si mettano d’accordo su qualche intruglio di farmaci perché quella diventi una cura.
Deve esserci un riscontro terzo.
E poi responsabilità.
Quella che i guaritori forse non vorrebbero assumersi.
E infatti la loro pretesa in tribunale è che il Ministero della Salute non scriva che i loro intrugli sono inutili e fanno male.
Così da sgravarsi di responsabilità in caso di danni.
Ora queste assurde pretese sono state rispedite al mittente.
Il Consiglio di Stato ha affermato un principio: sei libero di non seguire le linee guida ma in caso di danni paghi di persona.
E in ogni caso, non ti puoi inventare cure a casaccio, senza alcun fondamento scientifico.
In fondo le cose sono molto semplici.
Basterebbe sottoporre le proprie ricette alchemiche al tribunale della verifica sperimentale, come fanno tutti quelli che ritengono di avere una buona idea.
Sarà il processo di verifica democratico e indipendente della comunità scientifica, a decretare se funzionano o meno.
Ma il timore è che i guaritori, come i ciarlatani, non abbiano alcuna intenzione di mettersi a confronto con i propri pari.
Sanno benissimo che il rischio è che le loro cure miracolose evaporino nel nulla.