Contributi con F24: la lunga marcia.
Il tema è semplice: se i contributi previdenziali agli enti come ENPAP si potessero versare con il classico F24, chi ha crediti d’imposta potrebbe utilizzarli, abbattendo così la cifra da versare. Semplice? non proprio.
Partiamo da una conquista: dal 10 Gennaio 2014, un Decreto Ministeriale del Ministero dell’Economia e Finanze (QUESTO) ha riconosciuto che la possibilità di pagare con F24, compensando crediti e debiti, si applica anche agli enti di previdenza. C’è pure tutto l’elenco: Cassa Forense, ENPACL, INARCASSA, e tanti altri, fra cui l’ENPAP.
Via libera agli F24, dunque? non proprio. Finora solo due casse previdenziali, quella degli infermieri (ENPAPI) e quella dei Consulenti del Lavoro (ENPACL) hanno potuto offrire ai loro iscritti la possibilità di pagare i contributi previdenziali con F24, con i vari vantaggi che ne derivano.
INFERMIERI E CONSULENTI DEL LAVORO SONO PIU’ VELOCI?
Forse ENPACL ed ENPAPI sono stati più svelti degli altri ad approfittare delle possibilità del nuovo decreto? ad un occhio molto superficiale parrebbe così, ma la realtà è ben altra e la scopriamo andando a spulciare i documenti pubblicati dalla cassa infermieri.
Apprendiamo così che gli infermieri sono arrivati all’F24 a partire dal 3 Giugno 2014, dopo un percorso di preparazione durato 1 anno e 7 mesi. Troviamo traccia dei lavori preparatori nel verbale del Consiglio di Amministrazione del 24 Gennaio 2013, al punto 11 (QUESTO), in cui si fa riferimento ad una interlocuzione con l’Agenzia delle Entrate avviata nei mesi precedenti, in corrispondenza con l’avvio della Gestione Separata ENPAPI (29 Ottobre 2012).
Rispetto ad ENPACL, la faccenda è analoga: in una news dei primi mesi di Gennaio 2013 (QUESTA) si poteva leggere questo paragrafo: “L’Ente è tuttora in attesa di essere autorizzato dai Ministeri vigilanti alla riscossione dei contributi obbligatori tramite il sistema dei versamenti unificati (modello F24). Non appena pervenuta tale autorizzazione, ne sarà data ampia informazione agli iscritti”. Le richieste e le interlocuzioni erano evidentemente iniziate ben prima. Anche per ENPACL, il percorso ha avuto coronamento solo il 3 Giugno 2014 (QUI IL COMUNICATO), dopo oltre un anno e mezzo.
E ORA CHE SI PUO’ PAGARE CON F24, CHE ASPETTIAMO?
Ora, dopo il DM 10 Gennaio 2014, molte casse di previdenza – fra cui ENPAP – hanno richiesto di aprire la convenzione con Agenzia delle Entrate per consentire ai propri iscritti di pagare con F24 i contributi, e compensarli con i crediti d’imposta.
Come ENPAP, sono stati compiuti tutti i passaggi preparatori: il Consiglio di Amministrazione ha deliberato la modifica del regolamento necessaria per aggiungere il pagamento con F24 alle forme consentite per versare contributi, e il 31 Maggio il Consiglio di Indirizzo Generale l’ha approvata. Tutto il pacchetto è stato poi inviato ai due Ministeri vigilanti (Economia e Lavoro) per l’approvazione.
Nel frattempo sono stati avviati gli incontri con l’Agenzia delle Entrate per definire le caratteristiche del protocollo che dovrebbe permettere il passaggio dei contributi degli iscritti: infatti, tecnicamente il denaro viene versato dall’iscritto all’Agenzia delle Entrate tramite F24, e solo successivamente viene trasferito all’ENPAP e imputato sulla singola posizione. Trattandosi di gestire questo passaggio per 45.000 iscritti e un volume di circa 80 milioni di euro l’anno (in crescita), anche gli aspetti tecnici hanno il loro peso.
Verso metà Luglio, pochi giorni fa, è arrivata una prima risposta ministeriale in cui vengono richiesti ulteriori approfondimenti. Risposta che peraltro ricalca quella arrivata ad altre casse che hanno avviato il procedimento nello stesso periodo. Che io sappia, finora nessuna Cassa previdenziale dei liberi professionisti si è vista approvare le modifiche regolamentari per il pagamento con F24, come del resto [non] risulta dall’elenco delle modifiche approvate (QUI LA PAGINA DEL MINISTERO DEL LAVORO).
CHE DIRE? QUI SI HA PAZIENZA O SI MUORE.
I tempi della burocrazia italiana sono sconcertanti, anche quando si tratta di passaggi di utilità per il cittadino, anche quando si vorrebbe sveltire il più possibile le cose. Ci si scontra – faticando e mordendosi la lingua – con i ritmi elefantiaci dell’apparato statale, che nella sua funzione di vigilanza rallenta enormemente il lavoro delle amministrazioni degli enti di previdenza. Il tema è attuale, dibattuto, e chiunque segua un minimo il mondo della previdenza dei liberi professionisti ne è al corrente: si tratta di uno dei più grossi ostacoli al lavoro di chi amministra.