La nuova idea del Ministro: immobili delle casse in beneficenza
Tocca agli immobili, ora: il ministro Riccardi, non sapendo più dove grattare per trovare soldi per i compiti che dovrebbe assolvere lo Stato, ipotizza che le casse dei professionisti dovrebbero vendere gli immobili a metà prezzo.
Risponde prontamente Andrea Camporese, presidente INPGI e Adepp, a quella che sembra l’ennesima soluzione sbucata dalla fervida fantasia di qualche illuminato stregone dell’economia e del sociale. Io spero proprio si tratti di un suggeritore di battute, poco addentro alla questione previdenziale, e non il ministro in persona. Ma Andrea Camporese non si lascia sfuggire l’occasione per ricordare, un’altra volta, che le casse dei professionisti sono soggetti di diritto privato che non hanno mai chiesto una lira allo Stato.
Aggiungo io che gliene danno, invece. Anche sugli immobili, ad esempio con quel famoso fondo immobiliare Fedora che, caro Ministro, ce la siamo messa via che non rende nemmeno l’elettricità che costa per le bollette insolute.
Ma la politica del Ministro non è mica solo farina del suo sacco. L‘idea di obbligare una certa categoria di cittadini, riunita – forzatamente – in enti previdenziali privati per privarli di una pensione statale, a vendere propri beni a metà del prezzo per finanziare l’incapacità statale di affrontare il nodo critico dell’abitazione suona veramente assurda, ma sembra circolare come il frutto ultimo ed autunnale di una germinazione di idee farlocche su quel che dovrebbero fare gli enti previdenziali privati dei liberi professionisti, dal redigere faticosi e inattendibili bilanci attuariali proiettati sui 50 anni al partecipare tutti insieme alla grande iniziativa ascetica della spending review.
La proposta del Ministro suona tanto più assurda se pensiamo che pochi mesi fa quegli stessi immobili sono stati considerati a parziale garanzia della stabilità degli stessi enti previdenziali, richiesta da Ministro Fornero per quel sogno allucinatorio di sostenibilità proiettato sui 50 anni, che gli stessi attuari – notoriamente figure molto compassate – hanno trovato un’idea un po’ originale.
E così, mentre i professionisti italiani sopportano stoicamente la crisi senza arrendersi, anche a costo di rinunciare ad avere in futuro una previdenza di primo pilastro sufficiente a comprarsi anche solo le pasticche igienizzanti per la dentiera, i vari ministri del governo tecnico si succedono in dichiarazioni scomposte, sempre con l’alibi dei tecnici e di essere solo di passaggio.
C’è chi va e c’è chi resta, infatti. E mentre questi ministri se ne andranno fra qualche mese, i professionisti italiani restano qui, a sopportare che li si voglia depredare di quel che hanno risparmiato. Tutto, in nome di un compito che dovrebbe essere in grado di assolvere lo Stato, utilizzando e facendo fruttare meglio il proprio, di patrimonio. E questo non lo dico io, che sono l’ultimo dei consiglieri di una cassa professionisti, ma uno dei massimi studiosi italiani di previdenza, Massimo Angrisani.
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Ecco l’articolo con la notizia, da Milano Finanza.
Inpgi e Casse di Previdenza contro la vendita di immobili – Milano Finanza Interactive Edition.
Inpgi e Casse di Previdenza contro la vendita di immobili
Inpgi e Casse di previdenza a testa bassa contro la possibile messa in vendita a sconto degli immobili degli enti previdenziali pubblici e privatizzati. Il presidente dell’istituto di previdenza dei giornalisti e di tutte le casse pensionistiche private (Adepp), Andrea Camporese, chiede lumi sul progetto che sarebbe stato ideato dal ministro della Famiglia, Andrea Riccardi. ”Il piano di dismissione immobiliare reso noto dal ministro Riccardi appare sconcertante, irricevibile e al di fuori dell’impianto legislativo del sistema della previdenza privata italiana”, afferma Camporese che chiederà al premier Monti delucidazioni in merito. ”Innanzitutto va ricordato che gli Enti di previdenza dei professionisti italiani sono soggetti di diritto privato ai quali la legge di privatizzazione ha affidato piena autonomia gestionale e amministrativa. Pur mantenendo finalità pubbliche, pagare le pensioni, per le quali sono vigilati dai ministeri dell’Economia e del Lavoro, rispondono della propria gestione, attraverso organi elettivi, ai propri iscritti senza gravare in nessun modo sullo Stato. Innumerevoli sentenze, anche di rango costituzionale, hanno rafforzato questo impianto”.
Secondo Camporese ”sarebbe importante che il ministro Riccardi si confrontasse con la collega Elsa Fornero sul tema della sostenibilità degli enti privatizzati. Questa ipotesi di dismissione immobiliare, resa nota a mezzo stampa, senza che nessuna interlocuzione istituzionale sia mai avvenuta, confligge totalmente con la sostenibilità dei bilanci attuariali nell’arco di 50 anni voluta dal Ministro del lavoro. Dopo aver messo in campo una spinta riformatrice enorme che ha interessato tutti gli enti del sistema privato proprio per aderire ad una idea di assoluta garanzia verso gli iscritti, oggi ci tocca osservare un’ipotesi di vendita forzata del patrimonio immobiliare che rischia di dimezzare le riserve accantonate in decenni”.
Secondo il presidente dell’Adepp, in città come Roma e Milano, dove è appostata una grande parte dei patrimoni, ”pensare di fissare forzatamente un prezzo di vendita pari a 150 volte l’affitto pagato significa ridurre almeno del 50 per cento il valore medio di mercato. Il ministro potrebbe facilmente verificare che le finalità sociali da parte nostra sono da sempre assolte”.
Ottima sintesi di un problema importante, Federico.
Da un punto di vista di diritto, vi è una “leggerissima” confusione tra pubblico e privato…
Ma se anche per assurda ipotesi lo potesse legalmente fare, da un punto di vista economico-previdenziale significherebbe “fare il Tafazzi” anche per lo Stato, che prima chiede alle Casse la certificazione della sostenibilità a 50 anni… e dall’altro gli toglie immediatamente dopo il terreno da sotto, in questa maniera fantascientifica.
Perfetta la risposta di Camporese.