Il Consiglio di Stato rinvia la sentenza Adepp-Istat [fonte: infouil]

Ancora attesa per una decisione che rischia di avere importanti effetti su molti versanti della previdenza professionisti.

Il Consiglio di Stato rinvia la sentenza Adepp-Istat.

di Domenico Niglio

Nulla di fatto ieri al Consiglio di Stato, rispetto all’attesa sentenza sulla legittimità, per le Casse aderenti all’Adepp, di essere presenti nell’elenco Istat delle Amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato dello Stato.

L’avvocato prof. Massimo Luciani, rappresentante dell’Adepp, ha infatti presentato al collegio giudicante una nuova documentazione a sostegno della tesi sostenuta dalle Casse, rispetto all’illegittimità dell’inserimento nell’elenco, in quanto Enti di natura privata.

L’avvocatura dello Stato ha acquisito i documenti, riservandosi di esaminarli ed aggiornare eventualmente la sentenza. Il tutto dovrebbe avvenire nell’arco temporale di massimo un mese.

Dunque si mantiene lo stato di incertezza sugli impegni che le Casse dovranno assumere nell’immediato futuro, sulla gestione patrimoniale, organizzativa ed economica, visto che da questa sentenza deriva l’adesione o meno alle recenti norme in materia di stabilizzazione finanziaria e di spending review.

Eppure la sentenza del Tar dello scorso gennaio, che escludeva gli Enti previdenziali dall’elenco Istat, sembrava aver sciolto i dubbi. Il ricorso dell’Istituto di Statistica e del Ministero dell’Economia al Consiglio di Stato, hanno rimesso in gioco un obbligo che ha più valore politico che sostanziale.

A nostro parere, la tematica appare addirittura poco lecita all’origine!

E’ perlomeno “fantasioso” che il legislatore emetta delle norme da applicare non a comparti ben definiti per attività e natura, ma ad un elenco che ha solo fine statistico e di rappresentazione della nostra economia in ambito europeo e contenente Enti che svolgono le funzioni più disparate, dalla previdenza, all’organizzazione dello sport.

Ma tant’è, con questo nuovo rinvio non si scrive la parola fine ad una querelle che lascia nell’incertezza amministratori, dipendenti e iscritti delle Casse Previdenziali Privatizzate.

Una vicenda tanto lunga quanto stucchevole, dove i rapporti di forza ancora una volta rischiano di essere determinanti rispetto al buon senso e alla logica.

Per parte nostra valuteremo gli effetti della sentenza, assumendo tutte le determinazione del caso, qualora emergessero conseguenze che riterremo incostituzionali a danno dei lavoratori.