Maternità: le tutele per lavoratrici e libere professioniste.
Una domanda ricorrente delle psicologhe libere professioniste riguarda la maternità: a quali forme di aiuto si può accedere?
Quella che segue è una sintesi delle principali tutele per i lavoratori dipendenti e i professionisti. Ho evitato tutti i casi particolari, ma l’area commenti è a disposizione per richieste specifiche: potrebbe essere utile anche per altri lettori.
LIBERI PROFESSIONISTI. Occorre premettere che per i liberi professionisti in genere c’è ben poco, oltre alla canonica indennità di maternità corrisposta alla madre in caso di parto, adozione o affido. Tutele ulteriori sono una scelta dei singoli Enti di previdenza.
PSICOLOGI. ENPAP prevede due forme di assistenza specifiche, oltre all’indennità di maternità canonica, dedicate agli psicologi: (1) l’indennità di malattia, fruibile anche per patologie occorse durante la gravidanza al di fuori del periodo coperto dall’indennità di maternità. QUI maggiori informazioni. (2) l’indennità di genitorialità, dedicata sopratutto ai padri, che consiste in un contributo una tantum – attualmente di 1000,00 Euro, corrisposto per ogni figlio qualora l’iscritto non abbia diritto all’indennità di maternità. QUI maggiori informazioni.
GRAVIDANZA E PARTO. Per ogni lavoratrice è prevista l’indennità di maternità, che lo Stato Italiano riconosce in misura paritaria e proporzionale al reddito. Di fatto, è un’erogazione economica che copre 5 mesi – i due precedenti e i tre successivi al parto – con una cifra pari all’80% di quello che la lavoratrice avrebbe percepito.
- Chi può beneficiarne. Ogni lavoratrice dipendente, autonoma o libera professionista che sia iscritta all’INPS o ad una qualunque cassa di previdenza per professionisti, come ad esempio l’ENPAP per gli psicologi.
- Quando si può chiedere. Parto oppure interruzione di gravidanza – spontanea o volontaria – oltre il 6° mese.
- Quanto si percepisce. L’indennità per le lavoratrici dipendenti è stabilita dal Decreto Legislativo 151/2001 all’articolo 22, ed è pari all’80% della retribuzione. Ma per i liberi professionisti, che non hanno una retribuzione in senso stretto, il metodo di calcolo si trova all’articolo 70, commi 2 e 3: è pari all’80% dei cinque dodicesimi del reddito professionale annuo, dichiarato nel secondo anno precedente a quello del parto o dell’interruzione di gravidanza. Ci si basa sul ‘secondo anno precedente‘ perché è la dichiarazione reddituale certa più recente: i redditi dell’anno immediatamente precedente non sono infatti ancora consolidati in una dichiarazione, che generalmente viene presentata negli ultimi mesi dell’anno successivo.
- Normativa di riferimento. D.Lgs. 151/2015, modificato recentemente dal D.Lgs. 80/2015.
INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA. (1) Entro i primi 90 giorni di gravidanza, per le lavoratrici dipendenti l’interruzione viene considerata a tutti gli effetti come una malattia, e trattata come tale anche dal punto di vista dell’indennità e dell’astensione dal lavoro (D.Lgs. 151/2001, articolo 19). Le libere professioniste dovranno valutare se esistono forme di indennità di malattia corrisposte dal proprio ente di previdenza. Nel caso degli psicologi, l’ENPAP offre una indennità di cui ho parlato in QUESTO ARTICOLO. (2) Fra il 3° e il 6° mese, le lavoratrici dipendenti avranno lo stesso trattamento previsto per i periodi di malattia, mentre per le libere professioniste l’articolo 73 del D.Lgsl. 151/2001 prescrive una indennità pari al reddito professionale calcolato come l’80% di un dodicesimo del reddito professionale dichiarato nel secondo anno precedente l’evento. (3) Oltre il 6°mese, l’interruzione di gravidanza spontanea o volontaria da’ diritto allo stesso trattamento che si avrebbe in casi di parto.
ASTENSIONE OBBLIGATORIA DAL LAVORO [=CONGEDO DI MATERNITA’]. Il ‘Congedo di maternità’, regolato agli articoli da 16 a 27 del D.Lgsl. 151/2001, impone che le lavoratrici dipendenti si astengano dal lavoro durante i due mesi precedenti il parto, e i tre mesi successivi, con possibilità di una minima flessibilità a 1 mese prima e 4 mesi dopo il parto (articolo 20).
Le libere professioniste non hanno obbligo di astensione dal lavoro: possono ricevere l’indennità di maternità ma continuare a lavorare senza alcun limite, anche fino al giorno prima del parto. Vi sono in proposito due sentenze della Corte Costituzionale: sentenze n. 150 del 1994 e n. 181 del 1993.
Il ‘Congedo di Paternità’ è previsto dalla normativa (articoli 28-31 del D.Lgs. 151/2001) solo nel caso in cui il padre debba sostituirsi alla madre per sua grave infermità, morte o abbandono. In questi casi, presentando apposita documentazione riceverà il medesimo trattamento economico e di astensione al lavoro che sarebbe spettato alla madre lavoratrice dipendente, e il medesimo trattamento economico in casi di libera professione.
CONGEDI PARENTALI. I congedi parentali riguardano solo ed esclusivamente i lavoratori dipendenti. Si tratta di agevolazioni che permettono al lavoratore o alla lavoratrice dipendente di astenersi volontariamente dal lavoro per stare con i figli, ricevendo una retribuzione decurtata. I limiti dipendono anche dalla contrattazione collettiva di settore, ma il D.Lgs. 151/2001 agli articoli 32-38 stabilisce che (1) i congedi possano essere fruiti fino al 12° anno di età del bambino (2) per un periodo massimo di sei mesi per ciascun genitore (3) con una retribuzione pari al 30% della retribuzione, con alcune condizioni in base all’età del bambino.
CONGEDI PER MALATTIA DEL FIGLIO. Si tratta di un beneficio che riguarda solo i lavoratori dipendenti, e permette loro di astenersi dal lavoro – senza retribuzione ma mantenendo intatti i diritti previdenziali, di anzianità e ferie – per periodi di malattia certificata dei figli. Fino a 3 anni di età, non c’è limite al numero di giorni di congedo parentale. Oltre i 3 anni di età e fino agli 8 anni, sia il padre che la madre possono ottenere fino a 5 giorni di congedo per ciascun figlio.
ADOZIONI E AFFIDAMENTI. In questo caso, valgono norme specifiche che in parte ricalcano quelle per la gravidanza e il parto, ma che differiscono per alcuni aspetti. Data la specificità della materia, ne parlerò in un articolo dedicato.
NORME DI RIFERIMENTO. Tutto ciò che riguarda il tema ‘lavoro & maternità’ è contenuto nel D.Lgls. 151/2011, recentemente modificato in molti passaggi dal D.Lgs. 80/2015 che modifica sensibilmente in meglio alcune forme di tutela.
CONCLUSIONI. I maggiori istituti di tutela per i genitori sono dedicati ai lavoratori dipendenti, e sono pensati per garantire che le assenze dal lavoro abbiano una forma di giustificazione e regolamentazione. In alcuni casi, sono anche parzialmente retribuite. Fra le questioni critiche:
(1) I liberi professionisti, in quanto lavoratori autonomi, non hanno per definizione un tempo di lavoro organizzato da un datore di lavoro, e quindi non possono beneficiare di forme di tutela legate al ‘tempo di lavoro’. Per i liberi professionisti, la ‘perdita’ in termini di mancati redditi dovuta alla cura dei figli viene coperta dal canonico istituto dell’indennità di malattia, ed eventualmente da altre forme di tutela decise dai singoli Enti di Previdenza. Tuttavia, è indubbia una penalizzazione rispetto ai lavoratori dipendenti.
(2) l’indennità di malattia proporzionale al reddito, seppure con un minimo e un massimo, è una scelta che può risultare iniqua e penalizzante se si considera che la maternità è un periodo complesso per tutti i genitori, indipendentemente dal reddito. La sua commisurazione per i liberi professionisti al reddito di due anni prima, può inoltre risultare estremamente penalizzante nei casi – e non sono pochi – in cui l’avvio dell’attività genera redditi crescenti: questa fase in genere coincide anche con l’età in cui si hanno figli.
(3) In molti casi di lavoratori dipendenti con contratti a termine o a tempo determinato – i primi mesi della gravidanza possono coincidere con la conclusione di un rapporto di lavoro, portando alla paradossale condizione di aver difficoltà a rinnovare un contratto o trovarne uno nuovo, e di perdere contestualmente ogni diritto all’indennità di maternità in quanto ‘non più lavoratrici’.
L’area commenti è a disposizione per domande, osservazioni ed esperienze personali.
Noto che anche in questo articolo non si menziona la mia posizione di dipendente per 20 ore/settimana e contemporaneamente libera professionista: ho dovuto scegliere tra indennità di maternità INPS e ENPAP.
A conti fatti nei cinque mesi di astensione “obbligatoria” come dipendente e “di fatto” come libera professionista ho viste dimezzate le mie entrate.
Questo non accade a chi è solo dipendente o solo libero professionista.
Triste economicamente in un momento splendido della mia vita.
Cara collega, questo purtroppo accade perché nelle situazioni ‘miste’ come la tua, vige il principio di incumulabilità, che è stabilito dal famoso decreto 151/2001 che più volte ho citato nell’articolo. In sostanza, per lo stesso evento non possono essere corrisposte due indennità, con il risultato che l’unica indennità che può ricevere un lavoratore dipendente è quella INPS, commisurata al reddito. L’ENPAP non può erogare l’indennità per la parte di attività libero-professionale perché c’è un impedimento normativo. Il compromesso è che qualora l’indennità di maternità erogata dall’INPS per il contratto di lavoro dipendente part-time fosse inferiore al trattamento minimo previsto dall’ENPAP (4958,72 Euro), si provvede ad integrare.
Ma concordo: le posizioni miste – che nella nostra categoria non sono affatto poche – hanno un trattamento sostanzialmente svantaggioso. E’ un bug normativo non da poco, se si intende aspirare come Stato alla reale ed eguale tutela della maternità.
Buona sera, il suo articolo è molto chiaro, nonostante io sia completamente nuova della materia. Potrebbe però spiegare meglio il punto indicato dalla sig.ra Loretta? io sono dipendente 40 ore settimanali (tempo pieno e indeterminato) e socia passiva di una Snc. In questo caso sono anche io nella situazione mista? Quali sono questi svantaggi? Che tipo di scelta conviene per le lavoratrici?
Grazie in anticipo per il cortese chiarimento.
Valentina
Buongiorno,
lei percepirà l’indennità da INPS per il lavoro dipendente. Se per l’attività di socia snc percepisce compensi dovrebbe indicarli in dichiarazione dei redditi ed eventualmente versare contributi, se previsto. Le conviene consultarsi con il commercialista che segue la snc.
Caro Federico,
ho apprezzato l’articolo e colgo l’occasione per sottoporre nuovamente all’attenzione dell’enpap e dei colleghi una categoria a tutt’oggi, che io sappia, non tutelata: le gravidanze a rischio.
quando la mamma è obbligata ad interrompere l’attività lavorativa da condizioni patologiche inerenti la gravidanza (placenta previa, etc..) già dal 3° o 4° mese o magari anche da prima, quale aiuto ad hoc può aiutarla a sopravvivere e ad effettuare tutte le indagini diagnostiche e le cure maggiori e più costose che la sua condizione comporta?
nel mio caso la risposta è stata: nessuna!
chi effettua richiesta per l’indennità di maternità (che immagino sia pensata per una gravidanza fisiologica) non può richiedere anche l’indennità di malattia se la situazione patologica è inerente la gravidanza che in teoria copre già l’indennità di maternità.
Non so se da allora qualcosa è cambiato come spero, ma se così non fosse ritengo molto grave che l’enpap non preveda una tutela ad hoc per questa categoria “speciale”.
la gravidanza fisiologica è una condizione profondamente diversa da una gravidanza a rischio e 5 mesi di integrazione previsti dall’indennità di maternità che oltretutto arrivano, per i tempi burocratici previsti, quando il bambino è nato sono inadeguati.
una donna donna con gravidanza a rischio è obbligata ad interrompere l’attività lavorativa e oltretutto deve affrontare spese enormi per effettuare gli esami e le cure necessarie e siccome il sistema sanitario pubblico spesso ha tempi lunghi, ricorrere al privato diventa necessario.
Alle ansie di come andrà a finire la gravidanza e di come nascerà il bambino si vanno a sommare le angosce di ritrovarsi magari già dai primi mesi senza stipendio.
vi ringrazio per l’attenzione sperando che qualcosa magari sia già cambiato da allora o che che questa mia ennesima segnalazione possa dare una spinta a che ciò possa avvenire
Cara Francesca,
in casi come quello che descrivi, e che impediscano di lavorare, come psicologi siamo tutelati dall’indennità di malattia: è vero che è incompatibile con l’indennità di maternità, ma solo per il periodo coperto da quest’ultima (2 mesi prima e 3 mesi dopo il parto). Nei mesi precedenti, proprio quando le gravidanze ‘a rischio’ dispiegano tutto il loro potenziale di difficoltà, ENPAP offre la copertura dei periodi di astensione dal lavoro superiori a 7 giorni e fino a 60 giorni annui con una diaria compresa fra 50 e 100 euro, in base al reddito dell’iscritta. Non è la panacea di tutti i mali, ma aiuta ed è una forma di assistenza che le altre categorie non hanno, come puoi vedere in questo articolo.
Invece, il tema degli esami specialistici, spesso estremamente onerosi perché è necessario rivolgersi alla sanità privata, cone psicologi abbiamo a disposizione l’assistenza sanitaria integrativa compresa nell’iscrizione, che però vale solo per gravi eventi morbosi e grandi interventi chirurgici. Nella situazione di una madre con una gravidanza difficile – evento purtroppo non prevedibile – l’unica soluzione ‘salva-portafoglio’ per avere esami specialistici privatamente sarebbe la stipula dell’assistenza sanitaria integrativa EMAPI, che è facoltativa e costa circa 600 euro l’anno. Ad oggi, è molto fruita dalla parte più anziana della nostra categoria, che ricorre più spesso ad esami medici e trova nella polizza la comodità di potersi rivolgere alla sanità privata con qualità, confort e tempi assolutamente superiori.
Gentile Collega, Grazie per questo articolo!
Mi domandavo se i benefici di cui sopra siano fruibili anche in assenza di fatturato (professionista psicologo con partita iva, iscritto all’ENPAP, ma che non abbia redditi provenienti dalla sua attività di psicologo).
Un caro saluto!
L’indennità di maternità ENPAP, si. Verrà attribuito l’importo minimo (circa 5000 euro).
Caro Federico,
avere informazioni chiare è cosa importante e sopratutto l’integrazione, visto come procede il nostro sistema sanitario, credo la prenderò in seria considerazione.
A proposito di come a volte la burocrazia crea disagio in un momento così delicato per una donna quale è quello della gravidanza, ti aggiungo delle specifiche al mio precedente messaggio.
Ci sono condizioni, come ad esempio la placenta previa centrale, che fin dall’inizio comportano rischi sia per il feto che per la mamma e “costringono” la mamma oltre che ad effettuare una serie di esami e controlli maggiori anche ad un cambio di vita e una riduzione drastica o l’interruzione dell’attività lavorativa perchè il rischio di aborto è molto alto.
purtroppo però, e qui viene la beffa, la certificazione ufficiale di “gravidanza a rischio per placenta previa centrale” i medici possono rilasciartela solo dopo il 6° o 7° mese perchè fino ad allora c’è sempre la possibilità che la placenta possa girarsi e arrivare ad essere posizionata bene (peccato che lo stesso medico ti dice fin dall’inizio che le probabilità che una placenta previa centrale diventi normale sono praticamente nulle ma…non si sa mai).
l’indennità per malattia ovviamente puoi chiederla solo con una certificazione, ma siccome la certificazione te la rilasciano solo dopo il 6° o 7° mese , ora non ricordo bene, le possibilità di avere un aiuto economico si esauriscono perchè a quel punto è già scattata la copertura della maternità.
e non so ma non credo che si possa chiedere un rimborso a ritroso.
a quel punto la donna si trova a dover far fronte da sola e con le sue risorse (se cel’ha) agli aspetti non fisiologici che una gravidanza a rischio comporta.
L’integrazione così concepita purtroppo in alcuni casi mal si incastra con un sistema sanitario fatto di logiche e tempi che spesso mi sembrano più mirati al minimo dispendio che non alla tutela e al benessere del paziente.
grazie nuovamente
L’indennità di malattia puoi effettivamente richiederla solo se hai una certificazione medica che attesti una patologia che ti impedisce di lavorare. E d’altronde non potrebbe essere diversamente. Non si può nemmeno chiederla a posteriori: va richiesta entro 5 giorni dal termine del periodo di malattia, per una questione di attendibilità e tempestività dell’attestazione. Pensiamo ai lavoratori dipendenti: devono dichiarare la malattia addirittura nei primi giorni, pena l’assenza ingiustificata.
In ogni caso, se un MMG certifica che hai un problema medico che comporta l’impossibilità di svolgere la professione per un certo numero di giorni (c’è una franchigia di 7 giorni), dal lato ENPAP è tutto regolare.
Gentile collega,
lavoro come libero professionista e educatrice di sostegno.
Per quanto riguarda il secondo lavoro sono obbligata a comunicare lo stato di gravidanza immediatamente poichè è considerato un lavoro a rischio. Si ottiene dunque l’indennità di maternità da subito. Allo stesso tempo so che non è obbligatorio, come libero prof, richiederla per cui mi chiedo: è possibile e legale percepire l indennità di maternità come educatrice e continuare a lavorare in regime di libera professione?
Grazie,
Claudia
Certamente: in regime di libera professione si può fare tutto, non c’è alcuna incompatibilità nemmeno se l’indennità fosse erogata dall’enpap. Nel tuo caso, a maggior ragione: l’indennità è erogata dall’INPS per un contratto di lavoro diverso, per cui puoi svolgere tranquillamente la libera professione. Nell’articolo trovi anche i riferimenti a due sentenze della corte di cassazione su questo argomento.
Caro Federico,
come da te suggerito proprio oggi ho deciso…anzi “avevo” deciso di provvedere ad integrare l’assicurazione base EMAPI con quella globale ma……è possibile sottoscriverla solamente da aprile a luglio.
perchè questa strana restrizione? perchè non dare la possibilità di poterla sottoscrivere quando una persona ha la possibilità di farlo?
quindi ora non solo “sono costretta” a rimanere scoperta fino al prossimo aprile….
Non sono espertissimo del funzionamento di EMAPI, ma so che le condizioni di polizza vengono periodicamente aggiornate ed è possibile che il motivo delle restrizioni temporali stia in questo. EMAPI è un ente indipendente da ENPAP, per cui ti consiglierei di contattarli direttamente per ogni chiarimento.
I contatti sono questi: Tel 06/44250196 – e-Mail: info@emapi.it
Salve Federico, volevo chiederle un chiarimento. Io oltre ad essere una libera professionista attualmente ho un incarico “provvisorio” di 6 mesi a 25 ore settimanali presso una casa circondariale. Sono al quinto mese di gravidanza, e volevo sapere anche se si tratta di un incarico provvisorio, ho diritto almeno al congedo di maternità obbligatorio o come mi hanno detto al comitato zonale di appartenenza, non ho nessuna tutela? nel caso fosse possibile, vorrei contattarla in privato. perchè la questione è piuttosto faraginosa e non so a chi rivolgermi…
grazie Valeria
Occorre capire di che tipo di contratto provvisorio si tratta, se dipendente a tempo indeterminato, libero professionale, in convenzione con ACN dei convenzionati… insomma, la risposta varia in funzione della condizione contrattuale e professionale. Per sentirci in privato va bene, anche per non entrare troppo nei particolari in pubblico. Può scrivermi alla mail del blog: info@federicozanon.eu
Gent.mo Federico Zanon
anche io mi trovo in una condizione mista di assegnista di ricerca per l’Università con gestione separata INPS e psicoterapeuta libera professionista con ENPAP.
In realtà la maggior parte del mio introito lavorativo mi deriva dal lavoro universitario, ma l’INPS dichiara di non erogarmi l’assegno di maternità in quanto già iscritta ad altra cassa previdenziale obbligatoria (per questo pago aliquota contributiva del 23,70 %), cui mi suggerisce di rivolgermi. Per me sarebbe ovviamente meglio percepire l’80%del mio stipendio dall’INPS visto che oltrettutto dovrò interromepere obbligatoriamente per i 5 mesi canonici di maternità, ma pare che non sia possibile.
Ora leggendo altre risposte alle domande che le pongono mi viene il dubbio, che l’ENPAP non mi paghi perchè ho la gestione separata INPS aperta.
Cosa ne pensa?
Francamente sono abbastanza stupito dalla risposta dell’INPS. Credo convenga un contatto diretto con i nostri uffici ENPAP. Le chiedo la cortesia di scrivermi alla mail ENPAP federico.zanon@enpap.it in modo che possiamo prendere ufficialmente in carico la situazione.
Articolo molto interessante, avrei una domanda, lavoro come medico di guardia in una casa di riposo da libera professionista, ho un contratto con scadenza annuale che mi viene rinnovato a gennaio di ogni anno previa mia domanda, il mio timore è che lavorando solo di notte in un ambiente a rischio ( a contatto con pazienti malati, sangue eccetera) non potrei più fare turni per almeno tutta la durata della gravidanza, perché non possono spostarmi di giorno, e quindi non potendo più lavorare assumeranno qualcun altro al mio posto, e ho il terrore che poi il mio contratto non verrà più rinnovato e che perderò il lavoro. ora mi va bene che come libera professionista non ho diritto a malattia, ferie, o maternità anticipata…ma perdere il lavoro del tutto mi pare troppo! non ci sono leggi che tutelino le libere professioniste in tali situazioni?
Un problema piuttosto frequente per le libere professioniste. Purtroppo non ci sono ricette particolari, il rapporto con i clienti è per definizione precario, proprio perché libero: si può perderlo da un giorno all’altro per qualunque motivo, compresa una gravidanza. Le strade sono sostanzialmente due: (1) cercare di trasformare il rapporto libero professionale in un rapporto almeno a tempo determinato, o in convenzione ACN (2) contrattare tariffe tali da coprire anche il rischio di incertezza del rapporto di lavoro.
Buongiorno,
mi trovo nella stessa identica situazione di Veronica. Volevo sapere se e come siete riusciti a risolvere questo problema. Anche a me conviene prendere la maternità inps, ma sia l’inps che l’università mi dicono che devo richiedere quella ENPAP (circa 1/3 di quello che prenderei con inps, visto che lavoro da libera professionista ne faccio davvero poco). Tutto questo mi è stato comunicato a 3 giorni da inizio della maternità…
Buongiorno,
occorre necessariamente valutare la singola situazione, perché vanno verificate le date in cui i contratti di lavoro sono attivi.
Il problema della incumulabilità non è risolto e non credo sarà risolto a breve: servirebbe una sensibilità politica a livello di governo e parlamento che ad oggi non c’è.
Gentile collega,
sono al 6 mese di gravidanza e ho intenzione di richiedere l’indennità di maternità.
Il parto avverrà nel 2016. Se non sbaglio, per richiederla occorre fare riferimento al reddito professionale annuo, dichiarato nel secondo anno precedente rispetto a quello del parto.
Nel 2014 però mi sono disiscritta dall’Ente di previdenza poichè non ho prodotto alcun reddito.
A questo punto che fare per richiedere l’indennità?
Grazie,
Claudia Corbelli
Gentile Collega,
la sua situazione è abbastanza peculiare da richiedere una consulenza specifica da parte dei nostri uffici ENPAP. La invito a contattare direttamente la sede, a questa pagina trova tutti i riferimenti.
http://www.enpap.it/contatti/
Gentile collega, sono nuova nel mondo della libera professione e potrei rivolgerle una domanda molto banale.
L’indennità di maternità può essere richiesta dopo un minimo di 2 anni di iscrizione all’Enpap ( Ci si basa sul ‘secondo anno precedente‘) o prescinde dal tempo di iscrizione? Ad esempio, se io sono iscritta all’Albo da 5 anni, ma ho sempre fatto un lavoro di altro tipo e decidessi di intraprendere la libera professione e lo stesso anno (o il successivo) diventassi madre, che cosa accadrebbe?
Grazie
Azzurra Ponchio
Può chiedere e ottenere immediatamente l’indennità di maternità, fin dal primo giorno di iscrizione. Non avendo una base di redditi certi su cui calcolarla, le verrà attribuito il minimale di circa 5000 euro di indennità lorda. Il riferimento che lei cita riguarda la base di calcolo per l’indennità, che è proporzionale al reddito; ci si basa appunto sul reddito del secondo anno precedente la domanda, perché è il dato reddituale certo più recente perché è l’ultimo presentato in dichiarazione.
Ciao Federico! Ho letto che con la nuova legge di stabilità, è prevista l’introduzione del congedo parentale per lavoratori autonomi, per sei mesi entro i primi tre anni di vita del bambino, con trattamento economico uguale a quello del congedo parentale riservato ai lavoratori dipendenti. Mi chiedevo: riguarderà solo i lavoratori iscritti alla gestione separata INPS? Tu ne sai qualcosa?
L’intero pacchetto della legge di stabilità è modellato sui professionisti della Gestione Separata. C’è poi un disegno di legge dedicato agli autonomi, ma pure qui è focalizzato sugli autonomi e professionisti INPS. Non ho ancora scritto nulla perché di fatto non ci sono ancora novità che si applichino con certezza ai professionisti con albo, e cassa autonoma. Ma non mi aspetto miracoli…
Buonasera Federico,
Articolo molto interessante, io sono sia dipendente che libero professionista, mi chiedo se usufruendo della maternità facoltativa tramite INPS posso esercitare comunque come libero professionista.
Grazie
Con l’indennità di maternità INPS, per il periodo in cui sei in maternità non puoi recarti al lavoro per cui hai contratto da dipendente. La libera professione invece non è incompatibile con nessuna indennità di maternità (art. 70, 71, 72 DLgs 151/2001)
Buongiorno,
sono una libero professionista da due anni con partita iva, regime dei minimi, sono all’8 mese e vorrei sapere quando devo presentare la domanda per la maternità, avendone diritto per 5 mesi. Ho fatto fare il foglio dal ginecologo per poter lavorare fino ad ora, e prendere un mese di contributi prima e 4 dopo è giusto? Grazie per la cortese attenzione.
Buona giornata
Gentile collega,
se lei ha solo la libera professione, l’indennità di maternità le sarà erogata dall’ENPAP e potrà presentare la domanda a partire dal sesto mese di gravidanza ed entro 180 giorni dal parto, quindi può già presentarla. L’indennità viene erogata in unica soluzione, indipendentemente dal periodo: si assume che siano coperti 5 mesi.
Devo specificare che nel caso delle libere professioniste NON c’è obbligo di astensione dall’attività, anche se si prende l’indennità.
In ogni caso la rimando alla pagina ufficiale dell’ENPAP, ‘come chiedere l’indennità di maternità‘, dove può trovare tutte le informazioni del caso, i termini e i documenti da presentare.
Le auguro buone cose.
Salve volevo esporle una mia preoccupazione lavoro come volontaria in un associazione onlus sono vicepresidente , nella nostra associazione come libere professioniste lavorano delle psicologhe ed educatrici all’interno dei nostri locali .i nostri associati sono bambini e ragazzi con sindrome autistica con vari gradi di difficoltà alcuni anche aggressivi , in caso di maternità e visto la situazione mi domandavo se in caso d’interruzione di gravidanza dovuta al lavoro di chi è la responsabilità ? Possiamo essere chiamati in causa l’associazione? Grazie per la sua risposta .
Gent.ma,
credo che le mansioni che descrive possano rientrare nelle categorie delle mansioni a rischio, e come tali non compatibili con lo stato di gravidanza di lavoratrici dipendenti. Le libere professioniste invece assumono su di loro la responsabilità delle attività svolte e quindi non hanno incompatibilità. Tuttavia non è assolutamente il mio campo, e quindi le consiglio vivamente di porre queste stesse questioni ai suoi consulenti.
Si tratta infatti di tematiche davvero molto delicate sul piano legale e del lavoro: il suo consulente del lavoro o commercialista o legale di fiducia sapranno consigliarla al meglio, perché i rischi e le implicazioni per il datore di lavoro sono anche di rilievo penale.
Salve,
avrei un quesito a cui lei credo possa rispondere anche se il mio campo lavorativo è molto diverso dal vostro. Le sarei molto grato in quanto al momento non ho avuto risposte da nessuno.
ATTUALMENTE SONO UN LIBERO PROFESSIONISTA CON PARTITA IVA ISCRITTO A CASSA PRIVATA (INARCASSA).
TRA QUALCHE SETTIMANA SARÒ ASSUNTO DA UNA SOCIETÀ PRIVATA, PERTANTO VOLENDO MANTENERE PARTITA IVA PER CONTINUARE A SVOLGERE ATTIVITÀ DI LIBERO PROFESSIONISTA, DOVRÒ CANCELLARMI DA INARCASSA.
DOPO L’ASSUNZIONE VORREI USUFRUIRE DI ALCUNI PERIODO DI CONGEDO PARENTALE COME PREVISTO DALLA LEGGE E DAL CONTRATTO CON L’AZIENDA CHE MI ASSUME. POSSO CONTINUARE A MANTENERE ATTIVA LA PARTITA IVA? HO VERIFICATO CHE LA LEGGE IMPONE L’INCOMPATIBILITÀ TRA UNA NUOVA ATTIVITÀ ED IL CONGEDO PARENTALE. LA MIA È UN’ATTIVITÀ GIÀ IN CORSO, INOLTRE IL CONGEDO PARENTALE NON SAREBBE UN CONGEDO CONTINUO MA NATURALMENTE INTERROTTO DA PERIODO DI LAVORO IN AZIENDA, CHE NON SONO INCOMPATIBILI CON L’ATTIVITÀ DI LIBERA PROFESSIONE. IPOTIZZANDO DI DOVER CHIUDERE PARTITA IVA PER INCOMPATIBILITÀ CON IL CONGEDO PARENTALE COME MI DOVREI COMPORTARE CON LE PRESTAZIONI GIÀ SVOLTE IN PASSATO PER LE QUALI NON HO ANCORA INCASSATO LE COMPETENZE? COME PROCEDO ALLA FATTURAZIONE?
IN ATTESA DI RISCONTRO VI PORGO CORDIALI SALUTI
Buongiorno,
sono molte domande insieme.
Parto dall’ultima: per chiudere una Partita IVA lei deve in ogni caso chiudere tutti gli incassi e i pagamenti e cedere tutti i cespiti. Questa è la parte complicata, che le può comportare un certo lasso di tempo.
A partire da questa premessa, consegue tutto il resto.
Prima di tutto, il congedo parentale: segue una normativa nazionale, che è omogenea per tutti i lavoratori anche se con variazioni possibili all’interno dei singoli CCNL. Per cui la sua situazione non può che essere letta nel contesto che CCNL in cui ricadrà il suo rapporto di lavoro.
Va poi tenuto in considerazione, al di là del congedo parentale, l’eventuale vincolo di esclusività che il datore di lavoro potrebbe chiederle nei termini di non esercitare l’attività. ‘Esercizio dell’attività’ non coincide con ‘partita IVA aperta’, ma spesso la partita IVA aperta viene considerata prova del fatto che c’è attività (es. per l’indennità di disoccupazione).
Il mio consiglio è di informarsi – contratto alla mano – presso una rappresentanza sindacale del suo territorio.
Cordialità
Grazie per la repentina risposta.
Se può essere utile al fine di avere un ulteriore parere, le confermo che non c’è incompatibilità tra la mia attività professionale e l’attività di dipendente, in quanto trattasi di impresa privata e di attività non in concorrenza.
Per quanto riguarda il CCNL in questione non prevede grandissime differenze rispetto a quanto previsto dalla norma generale che è recepita completamente (qualche minima differenza sta sul calcolo della retribuzione).
grazie ancora
Salve…
Vorrei esporle la mia situazione, sono libera professionista iscritta all’ENPAP oramai da 4 anni. Contemporaneamente ho lavorato come AEC con diverse cooperative, l’ultimo contratto é terminato il 30 giugno e non avendo come libera professionista un reddito annuo superiore ai 5000 euro ho potuto richiedere l’indennità di disoccupazione all’inps. Ora sono in gravidanza al 5 mese, dopo il sesto posso fare domanda per l’indennità di maternitá.La mia perplessità é questa: una esclude l’altra pur essendo indennità diverse e derogate da enti differenti?
Grazie per l’attenzione e buona giornata
Roberta
Cara collega,
a prima vista mi parrebbe una situazione abbastanza pulita: lei non ha altre posizioni previdenziali oltre all’ENPAP al momento dell’inizio del diritto all’indennità di maternità, per cui dovrebbe pienamente rientrare nel contesto ENPAP.
Tuttavia la sua situazione è particolare e potrebbero esserci sovrapposizioni o incompatibilità, e quindi la rinvierei sicuramente ad contatto con gli uffici dell’ENPAP. Può contattare assistenza@enpap.it presentando la sua situazione, così da avere una valutazione.
Io resto a disposizione, può scrivermi a info@federicozanon.eu
Gentile Collega,
la mia situazione è la seguente:
Ho appena scoperto di essere incinta e lavoro come libera professionista nel mio studio privato (regime dei minimi) e presso una cooperativa per 10 ore a settimana come dipendente(a rischio), questo contratto è in scadenza a inizio gennaio 2017.
Mi trovo di fronte a due opzioni:
– sono quasi certa che se comunicassi in cooperativa la gravidanza subito, non vedrei rinnovato il mio contratto. A quel punto da quel che ho capito potrei usufruire della maternità erogata dall’Empap oppure mio marito, impiegato dipendente potrebbe usufruire del congedo di paternità al mio posto.
– tengo per me la notizia della gravidanza fino al terzo mese (ho letto che non v’è obbligo a comunicarlo prima) e in seguito al rinnovo del contratto comunico la maternità. In questo caso mi sembra di aver capito che manterrei il posto di 10 ore come dipendente ma mio marito non potrebbe più usufruire del congedo di paternità al mio posto. in questo secondo caso quale maternità mi dovrebbe spettare?
Secondo lei cosa conviene fare?
Il congedo di paternità è calcolato sullo stipendio di mio marito o su quale dei miei?
mi scuso per la lunghezza della domanda, grazie per la pazienza e per la risposta!
Laura
Buongiorno,
non mi sento di poterle consigliare qualcosa. Qualche informazione per aiutarla a decidere:
(1) il congedo di paternità non è alternativo all’indennità di maternità della madre, è qualcosa che viene usufruito dopo la nascita. Ma è molto meglio che su questo vi informiate perché non ho conoscenza approfondita della contrattualistica del lavoro privata. Un patronato può senza dubbio fornirvi tutte le informazioni.
(2) l’indennità di maternità ENPAP viene erogata solo nel caso in cui lei non abbia un contratto da dipendente attivo, oppure nel caso in cui il contratto da dipendente le dia diritto ad una indennità inferiore a quella stabilita dall’ENPAP; in questo caso, ENPAP integra. La invito a leggere la pagina apposita ufficiale sul sito http://www.enpap.it
Un cordiale saluto e molti auguri!
Gentile collega,
le scrivo per avere alcune informazioni e chiarimenti riguardo alla mia posizione lavorativa. Attualmente sono alla trentesima settimana e sto ancora lavorando. sono una psicologa libero professionista (Iscritta all’ENPAP anche se con un fatturato davvero minimo), poi ho una borsa di studio presso un ente pubblico, ma purtroppo questa formula di contratto non prevede uno stipendio durante il periodo di maternità, ma solo un’astenzione obbligatoria non retribuita e infine ho un contratto a tempo indeterminato di 6 ore settimanali di livello D super come “assistente formata a persone non autosufficienti”che rientra nel C.C.N.L. sulla disciplina del lavoro domestico (pago contributi INPS). Volevo sapere se secondo lei posso attivare solo l’indennità di maternità che mi offre l’Enpap ed eventualmente far prendere il congedo di paternità a mio marito che invece ha un contratto regolare come dipendente.
Rimango in attesa
Grazie mille e spero di essere stata chiara
Saluti
Buongiorno, tempo che in un caso come il suo, l’indennità di maternità che percepirà sarà quella del lavoro da dipendente, eventualmente integrata da ENPAP qualora non raggiungesse il minimo di 5167 euro lordi. Non si può optare per l’indennità di maternità percepita dal marito, se non nei casi specifici previsti dalla legge, che in sostanza ricomprendono solo i casi in cui la madre non c’è o non ha diritto a indennità.
Salve ho una gravidanza a rischio e nel mese di luglio ho firmato con un comune una convenzione per un incarico professionale per la durata di 30 mesi nella quale non è menzionato nulla in merito alla gravidanza .Volevo sapere se il comune puo’ recedere dal contratto a causa della mia assenza o è prevista sospensione. Grazie
Gentilissima,
mi scuso per l’enorme ritardo con cui rispondo: ho perso gli alert dei commenti dell’intero ultimo mese e li ho visti solo ora. In sintesi: l’indennità di maternità è un obbligo di legge (dlgs 151/2001) garantito a tutte le lavoratrici dipendenti e libere professioniste. Se si tratta di un incarico libero professionale, poi, lei ha piena autonomia nella gestione della gravidanza e può prendere l’indennità senza astenersi dal lavoro.
Chiaramente in capo al Comune resta il tema della sicurezza, per cui è possibile che si presenti incompatibilità con certe attività.
Il mio consiglio è di rivolgersi ad un sindacato/patronato con il contratto e farsi fare una consulenza approfondita su gravidanza e termini di recesso.
Un saluto
Aggiungo al messaggio precedente che ho aperto partita IVA con regime dei minimi.
In attesa di una risposta grazie e buon natale
Buongiorno,
ho appena chiamato il numero verde enpap per sapere se ci fosse un rimborso spese anche minimo per chi, come nel mio caso, deve saltare un giorno di lavoro per accompagnare mio figlio di 5 anni e mezzo a fare un day hospital di accertamenti diagnostici al bambin gesù.
Voglio precisare che la mia presenza non è considerata facoltativa o accessoria ma è stata obbligatoriamente richiesta dall’ospedale stesso.
l’enpap non prevede il benchè minimo aiuto per il libero professionista che ha bisogno per problemi di salute certificati di effettuare day hospital nè per i suoi figli, nè per se stesso.
il rimborso è previsto solo per eventi che superano la durata di 7 giorni e ovviamente quei sette giorni non vengono considerati neanche in quel caso, il rimborso viene conteggiato a partire dall’ottavo in poi….
ho provveduto ad estendere la polizza con emapi sia per me che per mio figlio ma neanche loro contemplano rimborsi per day hospital o malattie di una settimana….eppure è piuttosto noto che i liberi professionisti perdendo anche un solo solo giorno di lavoro hanno un danno economico significativo, perchè di quello vivono.
non capisco come mai l’enpap non contempli la tutela del libero professionista anche in questi casi.
per 7 giorni se stiamo male non siamo tutelati, nè dall’enpap (nostra cassa previdenza giusto?!), nè dall’integrazione dell’emapi.
se io volessi avere una tutela anche nei primi 7 giorni di malattia cosa dovrei fare quindi; una terza assicurazione?
Anche solo 50 euro giornalieri (che chiaramente non si avvicinano neanche lontanamente alla perdita di guadagno di una intera giornata di lavoro persa), potrebbero garantire un diritto simile a quello dei lavoratori dipendenti.
anche perchè in termini di tassazioni e doveri fiscali non mi pare che i liberi professionisti abbiano agevolazioni o sconti rispetto ai lavoratori dipendenti.
pari doveri, ma non pari diritti, mi pare.
felice di sapere se ho capito male o frainteso, ma se invece fosse così può aiutarmi a capire come mai accade ciò?
grazie
Dott.ssa Francesca Allegrucci
Gentilissima
spero innanzitutto che la salute di suo figlio sia buona e mi scuso per il ritardo con cui rispondo.
Posto che sono dalla sua parte quando mi evidenzia l’enorme disparità di trattamento fra liberi professionisti e lavoratori dipendenti, devo però anche fare alcune considerazioni:
– si assume, nello spirito della legislazione, che il libero professionista abbia flessibilità di organizzazione del tempo e quindi possa gestirsi liberamente, laddove il lavoratore dipendente deve chiedere l’autorizzazione per assentarsi dal lavoro
– questo genere di permessi non vengono retribuiti nemmeno per i lavoratori dipendenti: salco alcuni CCNL, un lavoratore dipendente che dovesse assentarsi dal lavoro pe visite mediche dei figli dovrebbe prendere un permesso retribuito (se viene concesso) o ferie. Fanno parta a sé i permessi ex legge 104.
Sullo specifico della limitazione ENPAP per la malattia, lo spirito di questa forma di assistenza è di tutelare i nostri iscritti dalle perdite economiche per malattia, intendendo però una tutela che sia utile ma anche sostenibile. ENPAP ha come principali voci di spesa assistenziale la garanzia EMAPI e l’indennità malattia/infortunio direttamente erogata. Investiamo moltissimo, oltre 4 milioni di euro l’anno. Abbassare ulteriormente l’asticella della franchigia (6, 5, 4 giorni o addirittura 1 giorno) significherebbe dover accogliere una mole enorme di periodi di malattia di valore molto ridotto, togliendo ossigeno ai colleghi che hanno malattie più lunghe.
Oggi, grazie alla franchigia, noi riusciamo a pagare tutte le indennità richieste. Se dovessimo abbassare i giorni di franchigia, ci troveremmo a dover attivare le graduatorie, lasciando scoperti alcuni colleghi, ed è una scelta che vorremmo evitare.
La invito comunque ad un confronto fra la nostra tutela ENPAP e quella di lavoratori dipendenti e altri professionisti: scoprirà che è una delle forme più complete. L’articolo è datato ma ancora attuale:
http://www.federicozanon.eu/indennita-malattia-enpap/#sthash.nxzHT8IO.dpbs
Salve,volevo avere gentilmente dei chiarimenti per quanto riguarda la maternità per chi possiede una partita iva e contemporaneamente svolge un lavoro agricolo stagionale,massimo 51 giornate all anno.
Volevo sapere siccome vorrei avere accesso ai finanziamenti a fondo perduto e aprire un attività,al momento sono disoccupata e sono in attesa di presentare la domanda,qualora la domanda avrebbe esito positivo e aprissi una partita Iva,e contemporaneamente fossi in stato di gravidanza io potrei chiedere la maternità per quanto riguarda le giornate agricole,volevo essere certa che nn perdo il diritto alla maternità avendo una partita iva.Grazie in anticipo per la risposta.
Gentile,
premesso che non conosco bene la previdenza e l’assistenza dei lavoratori agricoli, il principio generale è che chi ha un’attività professionale o lavorativa di qualche tipo, ha anche la copertura di indennità di maternità. In certe condizioni, anche la disoccupazione da’ diritto all’indennità di maternità.
Premesso questo, la invito a rivolgersi ad un patronato che tratti i lavoratori agricoli: la sua situazione è troppo al di fuori delle mie competenze perché possa darle una indicazione utile.
Saluti
Gent-le dr.Zanon, vorrei un chiarimento sulla mia posizione attuale: sarò una libera professionista fino al 5 giugno prossimo, iscritta Enpap, e ho ususfruito, per due gravidanze dell’indennità di maternità (5 mesi x 80%).
Ora sono stata assunta come dipendente pubblica e vorrei sapere se posso usufruire della cosidetta “maternità facoltativa” (ho due bimbi di 5,5 anni e di 2,5 anni)…
la ringrazio anticipatamente
dr.ssa Silvia Pedretti
Buongiorno,
in linea di massima non vedo ostacoli: la c.d. ‘maternità facoltativa’ che si chiama correttamente ‘CONGEDO PARENTALE’ è indipendente dall’indennità di maternità. In ogni caso le consiglio di approfondire la circolare INPS che riguarda il suo caso:https://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=/Circolari/Circolare%20numero%20139%20del%2017-07-2015.htm&iIDDalPortale=&iIDLink=-1
Un saluto
Buonasera Dott. Zanon, approfitto della sua preparazione per chiederle se è a conoscenza delle tempistiche medie di pagamento delle indennità di maternità da parte delle casse previdenziali (ragionieri e commercialisti nello specifico).
La ringrazio anticipatamente e le porgo un Cordiale Saluto
Olivia
Buongiorno, non ho idea dei tempi di pagamento degli altri enti di previdenza.
Per il nostro ente psicologi (ENPAP) abbiamo pubblicato la Carta dei Servizi che contiene i tempi massimi di erogazione di ogni servizio. Ma è una scelta – che noi riteniamo utile – ma non è diffusa in tutti gli enti.
Buongiorno. grazie per l’articolo da cui ho parzialmente ottenuto delle risposte. Mi rimane questo dubbio: io sono libera professionista psicologa e lavoro principalmente con i bambini fino ai 14 anni individualmente o in gruppo, anche a scuola. Questo da un lato è considerato lavoro a rischio in gravidanza, dall’altro essendo io libera professionista mi si lascia la responsabilità di scegliere se smettere di lavorare oppure continuare. il punto è che se smetto per tutelare la gravidanza (che è un lavoro a rischio non l’ho stabilisco io) di fatto non ho un’entrata economica. è corretto? e come viene tutelata la maternità delle libere professioniste quando fanno un lavoro a rischio?
sperando in una risposta sorprendente, la ringrazio in anticipo
Viole
Purtroppo temo la deluderò: il concetto di ‘lavoro a rischio’ o meglio di ‘mansione a rischio’ trova puntuale definizione e tutela per le lavoratrici dipendenti, che devono essere occupate dall’azienda in altra mansione oppure possono astenersi dal lavoro ricevendo ugualmente il trattamento economico.
Viceversa, la libera professionista è responsabile per sé e decide se astenersi o meno da certe attività, ma a seconda delle regole del contesto in cui va ad operare nella propria attività, può essere interdetta a determinate mansioni per motivi di sicurezza. Il caso estremo: ingegnere libera professionista che non può accedere alla centrale chimica in cui svolge consulenze, perché le regole di sicurezza della centrale impediscono l’accesso alle donne in gravidanza.
Occorre capire, per il caso specifico, quale sia la politica aziendale e la normativa specifica.
Buongiorno, la disturbo per chiederle un’informazione in merito alla situazione che sto vivendo: sono libera professionista iscritta all’Ordine da diversi anni, contemporanemante ho svolto lavoro come dipendente fino a qualche mese fa. Attualmente percpisco un’indennità di disoccupazione da parte dell’INPS, ridotta visto che ho degli introiti anche come libera professionista appunto. Purtroppo ho avuto un’interruzione di gravidanza occorsa dopo il 3° mese e ho visto che l’ENPAP in questi casi eroga un’indennità che dovrebbe corrispondere ad una mensilità. Secondo lei visto che in questo momento percepisco l’indennità di disoccupazione, ancorché ridotta, dell’INPS, ne avrei diritto ?
Mi rendo conto che la richiesta è molto specifica ma le sarei grata se avesse qualche ragguaglio da darmi.
Grazie comunque
Cara collega,
ENPAP eroga l’indennità di maternità (in questo caso per un solo mese) se lei non ha percepito indennità di maternità dall’INPS, oppure se l’indennità INPS è inferiore a quella che avrebbe percepito dall’ENPAP, e in questo caso ENPAP integra la differenza. Questa è l’unica condizione ostativa.
La ringrazio per la risposta, quindi le chiedo percependo io al momento un’indennità di disoccupazione dall’INPS, questa viene considerata alla stregua di un’indennità di maternità e quindi decade il mio diritto a ricevere un’indennità dall’ENPAP.
Grazie ancora
No, assolutamente: lei PUO’ ricevere l’indennità di maternità da Enpap se non ha diritto all’indennità di maternità da INPS. L’indennità di disoccupazione è indipendente dall’indennità di maternità. Quando lei presenterà domanda di indennità di maternità ad Enpap, dovrà dichiarare che non ha ricevuto un’indennità di maternità da altri enti previdenziali (in questo caso INPS). Altre indennità non c’entrano e non vengono conteggiate.
Il principio a cui il legislatore ha voluto ispirarsi è stato di non coprire due volte la stessa gravidanza: sono quindi incumulabili soltanto le indennità di maternità erogate da diversi enti, non le altre indennità.
(01/02/2018) a migliore precisazione: i periodi coperti dalle indennità non devono coincidere. Il principio è sempre quello di non duplicare la copertura di uno stesso periodo.
L’indennità di maternità ENPAP è necessariamente sempre incompatibile con l’indennità di maternità INPS perché i periodi coperti necessariamente corrispondono.
Non è invece necessariamente incompatibile con l’indennità di disoccupazione: lo è solo se il periodo che copre coincide con il periodo coperto dall’indennità di disoccupazione. Se i periodi coperti coincidono o si sovrappongono, l’indennità di maternità ENPAP non viene erogata.
Buongiorno
Ho trovato il suo articolo molto interessante, sono psicologa libero professionista e iscritta all’enpap da gennaio 2017 ora al terzo mese di gravidanza, il mio compagno è un lavoratore dipendente, quali contributi ci spettano? Il contributo di maternità enpap impedisce i contributi INPS del mio compagno o sono indipendenti?
Grazie e buona giornata
Buongiorno, a lei spetta per intero l’indennità di maternità, proporzionale a reddito e con il minimale di 4958,72 euro.
Inoltre le spetta la copertura delle spese mediche per la gravidanza, fino a 2000 euro se si rivolge alle strutture convenzionate.
A lei spettano inoltre alcuni contributi statali, erogati tramite INPS: bonus bebè, bonus mamma etc.
Al suo compagno spettano le agevolazioni INPS per la paternità.
Per comodità le indico questo link alla pagina informativa INPS:
https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=46285
Buonasera.
Avrei cortesemente bisogno di un chiarimento: sono lavoratrice dipendente a tempo pieno e svolgo la libera professione come psicoterapeuta.
Da gennaio inizierò a percepire la maternità dall’Inps.
Nei 5 mesi di maternità obbligatoria, posso continuare a svolgere la libera professione e a fatturare?
Grazie mille.
L’attività in libera professione è una scelta autonoma della persona, che non incide sul diritto all’indennità di maternità. Questo per la legge. Poi nel contesto specifico di ciascuna persona, e nei rapporti con l’azienda di cui si è dipendenti, occorre regolarsi anche sul piano relazionale.
Mi scusi nel caso si entri in maternità anticipata dal lavoro dipendente per problematiche di salute a causa di lunghi viaggi è possibile svolgere attività libera professionale che non preveda spostamenti.
Mi scusi si trattava di una domanda naturalmente
La libera professione (e la relativa indennità di maternità se erogata dall’ENPAP) è sempre compatibile con la gravidanza, mentre non è compatibile con un periodo di malattia, anche se causato da gravidanza ‘a rischio’, perché per erogare la relativa indennità di malattia l’ENPAP presuppone la totale astensione dal lavoro in libera professione.
Buonasera, cerco di esprimere meglio il mio quesito. Ho un partime verticale e lavoro in reparto ma la mia non è considerata maternità a rischio. Son dispensata dal trasporto dei pazienti in carrozzina e devo usare mascherina e guanti con i pazienti. Il luogo di lavoro dista 160km dalla mia residenza e dal luogo dove svolgo attività di libera professione (tipologia di lavoro differente: formazione e poche sedute di psicoterapia). Non essendo un lavoratore a rischio, se per mal di schiena (presente fin da subito ed è ancora in atto) il mio medico mi mettesse in maternità anticipata potrei svolgere saltuaria attività in libera professione?grazie
Grazie
Gent.ma,
la libera professione è compatibile con lo stato di gravidanza e con la relativa indennità di maternità se erogata dall’ENPAP. Diversamente, uno stato di ‘gravidanza a rischio’, che ENPAP copre con l’indennità di malattia, non è invece compatibile con l’esercizio della professione: il presupposto è la totale impossibilità di lavorare.
Non entro nel merito invece della sua attività come dipendente: deve necessariamente informarsi presso un sindacato che conosca il suo CCNL e le norme interne dell’azienda.
Cordialità
La ringrazio, l’unica persona a rispondere in maniera esaustiva. Anch’io pensavo che non si potesse giustamente svolgere attività libera professionale durante in maternità a rischio salute. Inoltre fortunatamente io sto bene e voglio continuare a svolgere libera professione.
L’ indennità di maternità obbligatoria (dal 7 mese) mi verrà erogata dall’INPS per il lavoro dipendente, in quel periodo potrò quindi svolgere la libera professione considerata che le indennità non sono cumulabili per cui non percepirei quella dell enpap? La ringrazio
Dal punto di vista dell’ENPAP, l’unica cosa che non è compatibile con l’esercizio dell’attività professionale è uno stato di malattia indennizzato dall’ENPAP stesso.
Per ogni altra cosa, in specie lato INPS, io non posso esaurire tutti i quesiti: occorre intanto capire periodo per periodo se lei è in malattia o in maternità. Dato che si tratta di questioni delicate, che non investono solo la sfera previdenziale e assistenziale ma anche le regole aziendali e i rapporti con il datore di lavoro, le consiglio di fare una valutazione ampia anche con l’aiuto di un buon patronato.
Molti auguri per la sua gravidanza!
Salve dott.Federico Zanon ,
vorrei porle un quesito che non mi è molto chiaro , è ho ricevuto risposte contrastanti da parte di vari operatori Inps.Una coppia di futuri genitori non sposati,costituita da un lavoratore dipendente ed una madre libera professionista iscritta alla cassa dei commercialisti, quali sono le agevolazioni per il genitore naturale padre.
La madre usufruirà dell’indennità di maternità dalla cassa dei commercialisti potendo anche continuare a lavorare e fatturare, mentre il padre , in qualità di lavoratore dipendente, potrebbe astenersi dal lavoro per i 5 mesi previsti per il congedo parentale , cioè due mesi prima della nascita e tre mesi dopo ? oppure potrà avvalersi solo dei congedi parentali con una riduzione della retribuzione giornaliera al 30% solo in determinati casi specifici previsti dalla legge?
La saluto e la ringrazio anticipatamente
Buongiorno, per il padre, è un quesito che va posto all’INPS. Occorre tenere conto delle incompatibilità fra prestazioni di maternità che sono previste dalla normativa. In primis, l’indennità di maternità, che se percepita dalla madre inibisce la possibilità di essere percepita dal padre, qualunque sia l’ente di previdenza.
Buongiorno. volevo avere un’informazione riguardo al lavoro da libero professionista presso una cooperativa. innanzitutto volevo sapere se fosse necessario stipulare un contratto anche se si tratta di libera professione (comunque di carattere continuativo). inoltre volevo sapere come funziona in caso di maternità: sono tenuta a comunicarlo, oppure se il medico sostiene che non è un lavoro a rischio, posso continuare a farlo attendendo di comunicarlo più avanti (tipo 5 mese)? lo chiedo perchè lavorando con bambini temo che non mi confermino da subito l’incarico in caso di gravidanza (intendo anche prima dei 5 mesi di astensione obbligatoria).
grazie mille
buona giornata
Come libero professionista dovrebbe firmare un contratto di prestazione d’opera.
Che potrebbe anche disciplinare gli accordi in casi di gravidanza.
In ogni caso come professionista può lavorare anche il giorno del parto, se lo ritiene.
Il problema lato cooperativa è la sicurezza sul luogo di lavoro.
Gentile Federico,
In qualità di psicologa libera professionista ho chiesto all’ENPAP la maternità il 20 giugno scorso (cioè una volta entrata nel settimo mese così come richiesto) ad oggi non ho ricevuto risposta alcuna. Mi sa dare chiarimenti riguardo i tempi in cui l’ENPAP evade questa tipologia di pratiche?
Grazie
Silvia
I tempi sono indicati sulla Carta dei Servizi pubblicata sul sito. Sono passati meno di 30 giorni, siamo ampiamente nei tempi.
Gentile dott. Zanon,
Se entro in gravidanza a rischio con contratto a tempo determinato e quindi pagata dall’INPS, posso comunque continuare a svolgere la libera professione? Mi è chiaro come questo sia possibile in caso di indennità di maternità obbligatoria ma non ho capito se sia ugualmente possibile per quella a rischio. Grazie!
L’unico problema può essere lato INPS: occorre capire a quali limitazioni è sottoposta la gravidanza a rischio. Lato ENPAP non c’è problema.
Gent.mo dottor Zanon, sono sia un dipendente part-time privato che libero professionista psicologo, vorrei sapere se posso chiedere il congedo parentale all’inps astenendomi dal lavoro da dipendente per un periodo ma continuare comunque a svolgere la libera professione e fatturare. Grazie per la sua risposta.
Per Enpap non c’è nessun problema, ma le conviene verificare il suo CCNL e le regole INPS in merito.
Io vorrei chiedere invece per me che sono a partita iva infermiere in un carcere oggi chiamata casa circondariale e lavoro su turni posso fare la giornaliera e lavorare solo mattina o pom?il caposala sta creando problemi anche se lavoro come libera professionista, mia figlia a 9 mesi
È materia sindacale, credo debba rivolgersi al suo sindacato.
Buongiorno Federico Zanon,
Lavore come dipendente part time 80 %di una cooperativa come Psicologa oltre a svolgere la libera professione. Il carico di lavoro è molto differente ed anche il rischio connesso per cui la mia domanda è la seguente : se usufruisco della maternità a rischio per il lavoro da dipendente posso continuare ad esercitare come libera professionista?
Grazie della disponibilità
Il c.d. lavoro a rischio, se con questa espressione intende la mansione a rischio, in cui lo stato di gravidanza non è compatibile con l’ambiente e le attività da svolgere come lavoratore dipendente, non dovrebbero esserci problemi a proseguire la libera professione. Ma la questione va gestita con il datore di lavoro e con l’INPS.
Buongiorno dr. Zanon
La ringrazio per l’articolo ed i successivi commenti qui sotto perché sono molto interessanti e di utilità pratica. Le illustro la mia situazione: lavoro come psicologa libera professionista in un centro servizi per anziani e vorrei capire se, qualora fossi in gravidanza, sono tenuta ad interrompere la mia attività lavorativa o se posso continuare a svolgere il mio servizio. La decisione spetta a me oppure alla direzione della struttura? Viene considerato lavoro a rischio?
Grazie mille per la sua disponibilità
Con rapporto libero professionale la scelta spetta a lei.a meno che il datore di lavoro non consideri che la sua presenza in struttura costituisce per lei un rischio, e in questo caso dovrete ragionare.
Buonasera dr Zanon, grazie per la chiarezza con cui ha spiegato il procedimento della maternità. Come ho letto in vari commenti, anche io ho una situazione mista: lavoro come psicologa libero professionista e ho un contratto part time con mansione diversa da quella di psicologa. Sono in maternità obbligatoria che percepisco dall’Inps.. La mia domanda è questa: quando sarò in maternità facoltativa come lavoratrice dipendente, posso comunque esercitare l’attività di psicologa in libera professione? Grazie
Se intende la maternità successiva ai 3 mesi obbligatori dopo il parto, ritengo che si applichino le stesse regole che sia applicano per la maternità obbligatoria. Qui può trovare informazioni: https://www.federicozanon.eu/posso-lavorare-durante-la-maternita-obbligatoria/
Buongiorno Gentile Dottor Zanon, avrei bisogno di chiedere se con un contratto in essere a tempo determinato a scuola (con interdizione anticipata per gravidanza a rischio, ora obbligatoria), posso anche già richiedere indennità di maternità ad Enpap??
Sono nell’ottavo mese di gravidanza. I calcoli di quanto dovrei percepire verranno fatti dall’ente un automatico? Devo dichiarare qualcosa? La ringrazio tantissimo
Si, può per la parte eventualmente non coperta da INPS. Sul sito ENPAP il suo caso è trattato, può trovare tutte le informazioni ufficiali.
Buongiorno,
sono una lavoratrice dipendente part time ma anche libera professionista. Per quanto riguarda il lavoro dipendente nel momento in cui viene dichiarata la maternità entrerei subito in maternità (rischio biologico). posso continuare a svolgere la mia attività in libera professione percedendo la maternità da dipendente?
Grazie
Francesca
Trova la risposta qui:
https://www.federicozanon.eu/posso-svolgere-la-libera-professione-durante-la-maternita-anticipata/
Salve, faccio parte del personale scuola a tempo determinato come collaboratore scolastico in regime di part time 18 h.
In contemporanea svolgo attività di libero professionista assistente sociale per gli uffici di esecuzione penale esterna .
Nel caso mi venisse riconosciuta l’interdizione anticipata dall’ispettorato, poiché il lavoro a scuola non ê idonei al mio stato di gravidanza, potrei comunque continuare a svolgere la mia attività di libero professionista ?
Dipende se è per condizioni di salute oppure per incompatibilità con il luogo e la mansione. Comuqnue la rimando a questo articolo del blog: https://www.federicozanon.eu/posso-svolgere-la-libera-professione-durante-la-maternita-anticipata/
Leggevo rispetto alle libere professioniste che non devono astenersi dal lavoro durante la maternità, ma c’è un obbligo di rientro a lavoro come tempi dopo il parto se si lavora come libere professioniste come incarico di collaborazione ad ore? Grazie
Nessun vincolo.
Salve le scrivo perché cercavo delle risposte alle mie domande e lei mi sembra l’unico che potrebbe chiarirmi le idee. Ho un contratto a tempo determinato a scuola poiché insegno ed essendo in gravidanza ho chiesto l’interdizione poiché il posto di lavoro è lontanissimo e ogni volta mi sentivo male durante le ore di guida, nel frattempo avevo già altri due contratti ma a prestazione uno a prestazione occasionale con una scuola privata e unaltro contratto a prestazione dilettantistica, volevo sapere nonostante abbia fatto richiesta di interdizine per il lavoro a tempo determinato nella scuola pubblica posso invece continuare a lavorare per gli altri due lavori?grazie in anticipo
Dipende, se per ‘interdizione’ intende la maternità anticipata per ragioni di salute, va ricordato che l’interpello al ministero ha sancito che non si può astenersi da un solo lavoro, quando la gravidanza si accompagna a problemi di salute.