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Cosa c’è in una pensione ENPAP?
Contributi versati, interessi maturati, adeguamento all’inflazione, tasso precontato. Ecco cosa c’è in una pesnione degli psicologi.
CONTRIBUTI E INTERESSI. Partiamo dal periodo più lungo della nostra vita: quello in cui lavoriamo. Il professionista-tipo lavora per 30-40 anni, versando regolarmente i propri contributi obbligatori all’ente di previdenza, che per gli psicologi è l’ENPAP. Ogni anno, sui questi risparmi vengono aggiunti degli interessi, calcolati ‘su base composta’: significa che il tasso di interesse viene applicato sul totale dei contributi versati + sul totale degli interessi accumulati.
INTERESSE COMPOSTO: Verso ogni anno 1000 euro, a cui applico l’1% di interesse composto, che rivaluta il capitale versato + gli interessi accumulati in prevedenza. Dopo 35 anni avrò versato 35.000 euro, ma avrò in conto 43.076,88 Euro. Avrò guadagnato 7,076,88 Euro di interessi.
QUALE RENDIMENTO PER I NOSTRI SOLDI? Fino ad ora, il tasso di rivalutazione dei soldi versati da tutti noi all’ENPAP dipendeva dalla media delle variazioni del PIL italiano dei 5 anni precedenti. Con la caduta in picchiata del PIL, molti Enti di previdenza hanno varato riforme previdenziali che sono all’attenzione dei Ministeri vigilanti. Ma qui si gioca una battaglia complessa, di cui ho parlato in LA ZAVORRA DELLA RAGION DI STATO, in STOP ALLE PENSIONI BASSE: LA SENTENZA RIVOLUZIONARIA, e infine per la nostra riforma previdenziale ENPAP in ENPAP AUMENTA LE PENSIONI.
PENSIONE. Arrivato a 65 anni, il professionista chiede la pensione e inizia ad ottenerla. Il calcolo avviene applicando al montante accumulato – quindi capitale versato + interessi composti accumulati – dei coefficienti di trasformazione espressi in percentuale. La tabella dei coefficienti di trasformazione normalmente utilizzata è quella dell’INPS:
COME SI COSTRUISCE IL COEFFICIENTE DI TRASFORMAZIONE? la domanda non è banale, dato che dal coefficiente di trasformazione dipende direttamente il piano di restituzione rateale di quanto abbiamo versato. Il coefficiente di trasformazione tiene conto di tre cose:
- ASPETTATIVA DI VITA PREVISTA PER PENSIONATO E SUPERSTITI. Questa variabile serve per avere una previsione del numero di anni di erogazione della pensione all’interessato o ai suoi superstiti. Il montante viene infatti diviso per il numero di anni di vita residua presunta.
- TASSO PRECONTATO DI RENDIMENTO. Al momento del pensionamento, si adotta un’ipotesi di resa finanziaria fissa del capitale che resta nelle casse dell’Ente di Previdenza per tutto il periodo di erogazione della pensione, e che progressivamente viene a scalare. Questa ipotesi di resa finanziaria fissa viene erogata in ogni rata di pensione, così che ognuna contenga già il rendimento del capitale residuo e il pensionato lo riceva con certezza. Per fare questa operazione finanziaria, l’Ente di Previdenza assume su di sé il rischio finanziario sgravando il pensionato, che da quel momento avrà il riconoscimento di un rendimento fisso indipendente dai mercati. Per convenzione, il tasso precontato è dell’1,5%, che si è visto essere nel lungo periodo un tasso adeguato e vicino ai rendimenti reali.
- RIVALUTAZIONE PER L’INFLAZIONE. Le rate di pensione vengono rivalutate per tenere conto dell’inflazione, secondo coefficienti stabiliti dall’ISTAT.
ALLA FINE, COSA CONTIENE UNA PENSIONE ENPAP?
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Una quota del capitale versato, rivalutato degli interessi effettivi che ha maturato;
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La rivalutazione del capitale che resta nelle casse dell’ENPAP durante gli anni in cui viene erogata la pensione. Invece di calcolarlo annualmente sull’andamento del PIL, si attribuisce fin dall’inizio in quota fissa dell’1,5% e il rischio finanziario lo assume l’Ente.
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La rivalutazione ISTAT per mantenere la rata allineata alla svalutazione dovuta all’inflazione.
PER APPROFONDIRE: articolo dello Studio Attuariale Orrù di Roma.
Ho 77 anni. Entro la fine del 2015 chiederò la mia cancellazione da Albo ed Enpap dopo quattro anni di versamenti di contributi soggettivi a seguito della legge del 2011. Faccio questo prima di maturare cinque anni di versamenti perché opto per la restituzione dei contributi, in luogo dell’assegno pensionistico. Puoi confermarmi che la mia operazione è legittima?
Grazie
Luciano Rossi
Albo Emilia Romagna n° 1234
Ti posso confermare in via informale che l’operazione è legittima. Ti chiedo però di contattare la direzione ‘servizi agli iscritti’ di ENPAP per avere conferma ufficiale.
Ciao Federico, approfitto di questa opportunità x chiederti:
sto x compiere 65aa, posso chiedere la pensione continuando a lavorare? Cosa comporterebbe? (riduzioni…),devo fare richiesta all’Enpap o è automatico? se continuo senza chiedere ancora la pensione xdo qualcosa oppure il cumulo reddituale aumenta con la mia pensione prossima?
Grazie tante
Rosalba Anfosso Boscolo
Puoi fare entrambe le cose: chiedere la pensione e continuare a lavorare, oppure non chiederla e continuare a lavorare.
Se io fossi in te, continuerei a lavorare senza chiedere la pensione per tre ragioni:
(1) la pensione a 65 anni è più bassa di quella chiesta a 66, 67, .. 70 etc.
(2) la pensione fa reddito, e cumula con il reddito da lavoro. Rischi di metterti in svantaggio fiscale, di pagare più tasse
(3) per una recente normativa, i pensionati che lavorano devono comunque pagare i contributi, anche se in misura ridotta del 50%, e questi contributi ritornano sotto forma di pensione due anni dopo, che però è un periodo troppo breve perché possano fruttare. Insomma, non è operazione conveniente.
Sul punto 1 mi soffermo particolarmente: noi siamo l’unica cassa che ha creato coefficienti di trasformazione per tutte le età, in modo che ciascuno possa scegliere davvero l’età a cui andare in pensione. Puoi andare in pensione anche a 90 anni, se vuoi, e avrai una pensione superiore a quella che avresti se ci andassi a 89. In altre casse, i coefficienti non vanno oltre i 70, con effetti deleteri sulla pensione.