Scandalo ENPAM: il presidente si autosospende

Il presidente della cassa medici (ENPAM) è indagato con l’ipotesi di truffa aggravata dal rilevante danno economico, per l’acquisto di titoli ad altissimo rischio di cui secondo gli inquirenti sarebbe stato protagonista, insieme ad altre persone fra cui un importante consulente finanziario.

In seguito alle indagini, Parodi compie la scelta saggia [e direi anche necessaria] di autosospendersi dall’incarico. I fatti sono relativi alla gestione recente del patrimonio della cassa, e riguardano acquisti di prodotti derivati contenenti crediti cartolarizzati a forte rischio di insolvenza, attuati aggirando le regole della cassa “mediante artifizi e raggiri”. La perdita potrebbe essere nell’ordine dei 500 milioni di euro.

REPUBBLICA | Enpam, indagato il presidente Eolo Parodi. Per la cassa dei medici 500mln di perdite

di Adele Sarno

L’ipotesi di reato per Eolo Parodi è di truffa aggravata dal rilevante danno economico. Secondo gli inquirenti , il presidente dell’ente previdenziale con altri tre indagati, “mediante artifizi e raggiri” avrebbe aggirato le regole della cassa. La Gf ha perquisito le varie sedi regionali.

ROMA – Il presidente dell’Enpam, Eolo Parodi, è indagato per truffa aggravata. L’inchiesta è della Procura di Roma e riguarda gli investimenti in “titoli spazzatura” dell’ente previdenziale dei medici italiani. Gli inquirenti ipotizzano perdite per circa 500 milioni di euro. Oltre a Parodi, risultano indagati nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dal sostituto Corrado Fasanelli, anche l’ex consigliere esperto e docente universitario, Maurizio Dallocchio, l’ex direttore generale Leonardo Zongoli e l’ex responsabile degli investimenti finanziari dell’Enpam, Roberto Roseti.

L’Enpam è l’ente di previdenza dei medici e dentisti, la cassa più grande d’Italia per iscritti e risorse (quasi 350 mila aderenti che versano circa due miliardi di contributi l’anno, con un portafoglio di investimenti finanziari per oltre 5 miliardi di euro). E’ finito nel mirino della magistratura per colpa di investimenti in titoli cosiddetti “strutturati”. In altre parole i bilanci della cassa erano pieni di “titoli tossici” estremamente rischiosi e possibile causa di perdite gigantesche.

Secondo gli inquirenti, Parodi e gli altri indagati, in concorso tra loro, “mediante artifizi e raggiri”, hanno sostanzialmente aggirato le regole interne dell’Enpam, che imponevano prudenza negli investimenti, al fine di realizzare massicci investimenti in strumenti derivati, “inducendo, tra l’altro, – si legge in un uno dei decreti di perquisizione – in errore i membri del cda della Fondazione Enpam che decidevano l’acquisto dei titoli, le successive ristrutturazioni dei medesimi, nonché il pagamento di onerose commissioni a consulenti e intermediari finanziari”. Per questo circa 150 uomini del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza hanno svolto, su delega della Procura, 47 perquisizioni nelle province di Roma, Milano, Genova, Firenze, Ferrara e Frosinone.

Il “caso Enpam”  è stato oggetto di un’inchiesta giornalistica di Repubblica pubblicata il 15 giugno scorso. In quell’occasione si dava conto delle denunce di alcuni membri del cda dell’Enpam e dei presidenti degli ordini locali dei medici di Ferrara, Catania, Potenza, Bologna, Latina) alla luce di quanto emerso da una consulenza della società sri Capital Advisers di Londra sulla gestione del portafoglio titoli della fondazione.

Il caso: Medici, la cassa è piena di titoli tossici
Il documento: “Una gestione poco trasparente”
Parodi scrive all’advisor: “Cambiate il giudizio”

Il caso è esploso il 18 maggio 2011, quando viene presentato l’esposto. Un anno fa il consiglio di amministrazione dell’Enpam, presieduto da ben 18 anni dall’ottantacinquenne Eolo Parodi, dc prima, forzista dopo, europarlamentare nella prima e nella seconda Repubblica, affida alla Sri Capital Advisers il compito di effettuare una sorta di radiografia sugli investimenti dell’ente. Ne esce un quadro a dir poco preoccupante. Ma il rapporto rimane nelle mani del presidente che non lo fa conoscere nemmeno ai membri del cda. Secretato.

Ad ottobre la perquisizione della sede romana dell’ente previdenziale dei medici. Gli uomini del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza hanno sequestrato documenti, ricevute, rapporti e certificati degli ultimi cinque anni, per verificare la corretta gestione della fondazione. L’intervento della Gf ha portato all’accertamento della presenza nel portafoglio immobiliare dell’ente di strumenti finanziari di tipo derivato, ad alto tasso di rischio, per un ammontare complessivo di quasi 3miliardi di euro, pari a circa un terzo dell’intero patrimonio della Fondazione. Gli inquirenti hanno verificato che il valore di questi titoli era crollato anche sino all’80%, con perdite potenziali di circa 500 milioni di euro.

Un secondo filone dell’inchiesta sull’Empam riguarda la gestione del patrimonio immobiliare. Non ci sono indagati, ma i magistrati seguorno operazioni immobiliari per un esborso complessivo di circa 590 milioni. Operazioni giudicate “anomale e sospette” dai pm. Tra queste la compravendita del palazzo della Rinascente, in piazza del Duomo a Milano, acquistato per 472 milioni, tramite il fondo immobiliare chiuso Ippocrate sottoscritto da Enpam e gestito dalla società di gestione First Atlantic Real Estate Sgr (oggi Idea Fmit) dalla società Prelios. L’operazione ha fruttato al venditore (Prelios)  una plusvalenza del 30% (circa 108 milioni di euro) rispetto al precedente acquisto effettuato il 28 maggio del 2007.

L’attenzione degli inquirenti è rivolta anche ad altre due operazioni svolte a Roma. In particolare, un immobile in via del Serafico (zona Eur) acquistato il 31 marzo del 2009 dalla First Atlantic per 58 milioni di euro facendo realizzare alla società venditrice, la Belgravia Invest, una plusvalenza del 100% (29 milioni di euro). Infine, sotto la lente degli inquirenti è finito l’acquisto di un immobile, sempre in via del Serafico, per 59 milioni di euro effettuato il 4 febbraio del 2010 e che ha fatto realizzare alla società venditrice, la Coedimo, una plusvalenza del 62,61% (23 milioni di euro), rispetto al precedente acquisto effettuato il 15 dicembre del 2009.

Nel decreto di perquisizione viene spiegato che le due società venditrici degli immobili a Roma “risultano collegate e organiche al cosiddetto Gruppo Pulcini che fa capo” all’imprenditore Antonio Pulcini.

17 aprile 2012

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